Su Wikipedia alla pagina “500 miglia di Indianapolis”, subito a sinistra, c’è una foto in bianco e nero. Risale al 1912. Raffigura, in primo piano, un uomo di spalle che sembra seguire impietrito quello che accade poco più avanti. È una scena epica. In una pista polverosa e con spalti gremiti in lontananza, c’è un secondo uomo piegato su se stesso intento a spingere una di quelle auto da corsa d’epoca a forma di cilindro o di siluro, dalla carrozzeria pesantissima. Più avanti, un terzo, che a malapena si vede, è ugualmente intento a spingere l’automobile mantenendo il volante con le mani e cercando di mantenere la direzione. Non si vedono i volti dei tre, ma stupore del primo e fatica degli altri due si percepiscono lo stesso. Tra quelli che spingono c’è uno degli uomini più veloci di tutti i tempi , uno che è considerato il primo vero campione dell’automobilismo. Un pioniere.
In quella corsa, come tantissime altre volte in carriera, è stato in testa tutto il tempo. Poi, al giro centonovantasei, quando ne mancano solo due, la macchina va in avaria. Ed allora lui scende giù e con l’aiuto del suo meccanico la spinge fino al traguardo tra il tripudio della folla che lo acclama come vincitore morale della corsa. Ed eroe sportivo. Idolo.
Si chiama Ralph de Palma.
Se ne volete sapere di più avete due possibilità: volare negli Stati Uniti, in Indiana, a Speedway, un piccolo sobborgo di Indianapolis oppure dare immediatamente una mano al regista Antonio Silvestre supportato dal giornalista, nonché biografo di Ralph de Palma, Maurizio De Tullio.
Oltreoceano, nella città della corsa delle 500 miglia, potrete trovare tracce indelebili dei suoi successi, delle sue gesta, dei suoi record. Vederlo celebrato nella Automotive Hall of Fame e nella International Motorsports Hall of Fame. Oppure ricordato sulla spiaggia di Daytona dove alla guida di una Packard 905 bianca fu il primo a superare nel 1919 i duecentoquaranta chilometri orari, diventando davvero l’uomo più veloce del mondo.
In caso contrario, non vi resta che l’opzione più “economica” ma al tempo stesso più affascinante: co-produrre il primo docufilm sulla storia del pilota più forte di tutti i tempi, nato a Biccari da genitori troiani nel 1882 e ben presto emigrato nel nuovo mondo. Uno capace di superare Ellis Island, di emergere dai bassifondi della società americana di quel tempo e di diventare un eroe sportivo, fino ad ispirare un giovane Enzo Ferrari. Uno capace di spingere a mani la propria auto per arrivare comunque al traguardo.
Uno dei Monti Dauni, insomma.
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Ecco il progetto:
Il regista romano Antonio Silvestre firmerà la regia di un documentario dedicato alla più grande leggenda automobilistica della storia: Ralph De Palma, l’uomo più veloce del mondo capace di imprese che lo hanno portato di diritto nell’olimpo dell’automobilismo americano e mondiale. Lo stesso Enzo Ferrari, rispondendo a domande su chi avesse ispirato la sua carriera e i suoi successi, fece il nome di Ralph De Palma. Il docu-film sarà realizzato attraverso un’azione di crowdfunding.
Raffaele “Ralph” De Palma era nato a Biccari, in provincia di Foggia, nel 1882. Emigrò negli Stati Uniti nel 1893 ed iniziò a guidare le auto da corsa nel 1908 dopo aver praticato ciclismo e motociclismo con altrettanta capacità e conseguendo numerose vittorie. Nel 1915 vinse la “500 Miglia di Indianapolis” con una Mercedes, casa automobilistica della quale segnerà i principali successi internazionali. Dal 1915 a oggi nessun altro pilota italiano ha più vinto a Indianapolis! Ralph De Palma è ancora ricordato per il modo drammatico in cui perse l’edizione della “500 Miglia di Indianapolis” del 1912: dopo aver guidato in testa la gara per 196 dei 200 giri, la sua Mercedes ruppe un pistone a due giri dalla fine; lui e il suo meccanico dovettero spingere la pesantissima auto sul traguardo (classificandosi all’11° posto) ma raccogliendo più applausi del vincitore.
Nel 1912 e 1914 il pilota biccarese vinse il Campionato Nazionale degli Stati Uniti e nel 1929 quello canadese, divenendo per ben tre volte campione mondiale di automobilismo. A quel tempo l’attuale Formula 1 era infatti denominata A.A.A. (American Automobile Association) ma era l’equivalente del campionato che attualmente vede primeggiare assi del volante come Hamilton e Vettel. Nel 1919 batté anche il record mondiale di velocità, correndo alla straordinaria media di 241 km orari, velocità che in quell’epoca nemmeno gli aerei raggiungevano. Tutte le principali vittorie conseguite da De Palma hanno una importanza storica per lo sport italiano perché la vittoria a Indianapolis (1915), due dei tre titoli mondiali vinti (1912 e 1914) e il record mondiale di velocità (1919) furono tutti conseguiti quando era ancora cittadino italiano: la cittadinanza americana l’avrebbe conseguita, infatti, solo nel 1920.
De Palma è poi una stella assoluta del firmamento automobilistico mondiale per l’incredibile numero di gare complessivamente vinte in carriera: 2.557 su 2.889 disputate: nessuno nella storia dello sport ha mai fatto meglio di lui! Il docu-film seguirà le gesta del pilota dalla partenza dal suo paese natale, Biccari, piccolo centro dei Monti Dauni, fino ai suoi successi in terra statunitense. In America la sua fama, il suo stile e le sue vittorie contribuirono a modificare il giudizio che si aveva fino ad allora degli emigrati italiani, motivo per cui De Palma va ricordato come il Campione dei Motori e dei Valori. Per sostenere il docufilm – per la cui realizzazione si spera di raggiungere il budget previsto di 50.000 euro – cliccate sul link e seguite le istruzioni:
https://www.produzionidalbasso.com/project/ralph-de-palma-luomo-piu-veloce-del-mondo/
ANTONIO SILVESTRE (Roma, 1976). Regista e sceneggiatore, si laurea in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma. Come aiuto regista lega il suo nome a registi di successo come Giorgio Capitani con il quale realizza Papa Luciani (2005), Puccini (2008), Il Restauratore (2010), Dove la trovi una come me? (2010); come Giacomo Campiotti, nel doppio ruolo di aiuto regista e attore al fianco di Gigi Proietti nella miniserie tv Preferisco il paradiso (2009). Con Alessandro Aronadio realizza il film Due vite per caso (2009) presentato alla 60° edizione del Festival di Berlino, Orecchie presentato alla 73° Mostra del Cinema di Venezia ed infine Basta Credere – Io C’è, in uscita nel 2018; collabora inoltre con Massimo Spano nelle miniserie tv I Figli strappati (2005), Caccia segreta (2006) e Una madre (2008). Negli ultimi anni lega il suo nome a successi televisivi come Caruso – la voce dell’amore (2012) regia di Stefano Reali con il quale firma come regista della seconda unità la serie Rimbocchiamoci le maniche (2016). Nel 2017 pubblica il romanzo Matrimonio istruzioni per l’uso ed affianca il premio Oscar, Giuseppe Tornatore nella realizzazione di un Docufilm sugli stilisti Dolce e Gabbana. Ha collaborato inoltre con Luciano Melchionna, Antonio Frazzi, Heather Parisi, Pupi Avati, Alberto Sironi, Claudio Bonivento, Gianni Lepre, Cinzia Th. Torrini, Lorenzo Sportiello. Dopo il cortometraggio del 2010, I sogni son desideri, interamente girato a Londra, ha diretto il film breve La Stagione dell’amore, presentato in anteprima al Festival Internazionale del Film di Roma 2012. Attualmente in preparazione il suo primo lungometraggio La Principessa e il Rospo.