Ormai quotidianamente raccolgo il grido di dolore di tanti Sindaci italiani di Piccoli Comuni. Rappresentanti dello Stato …. abbandonati dallo Stato. O, peggio, usati dallo Stato. Per fare i gabellieri e tutto il resto del lavoro sporco. In molti, stanno rompendo il muro di gomma delle Istituzioni per gridare la propria rabbia nei confronti di una Repubblica che non sembra più riconoscere i propri figli più deboli ed al tempo stesso preziosi.
Vallì Cipriani è una Sindaca ribelle. Una di quelle che alla guida di 2.266 abitanti, prova comunque a far sentire la propria voce. Da Montefiore Conca, uno dei borghi italiani più belli, ha scritto direttamente a Matteo Renzi e a Piero Fassino (presidente dell’ANCI) per dire che ad ospitare dei migranti non ci pensa proprio.
È una questione di dignità e di rispetto dei Piccoli Comuni, dice. Che “non esistono solo quando fa comodo ed unicamente per risolvere problemi creati da altri”.
Le argomentazioni sono simili a quelle di tanti altri Primi Cittadini impegnati in prima linea. “Quotidianamente sono fermata per strada e ricevo in Comune miei concittadini che hanno perso il lavoro, non hanno mezzi per sostenere la famiglia, né soldi per pagare le utenze e molte volte hanno anche lo sfratto esecutivo in corso. Assistiamo lentamente allo sbando più totale del nostro Paese, al rinnegamento dei nostri principi e dei nostri valori, anche religiosi. Ne io ne la mia amministrazione vogliamo essere complici di questo piano che destabilizza I’equilibrio della nostra comunità e mette a serio rischio la nostra sicurezza. Mi dispiace ma non siamo disponibili a dialogare su una “EMERGENZA” voluta e creata dal Governo ed oggi scaricata sui sindaci e sui loro cittadini”.
L’incipit è ancor più duro e non necessiterebbe di ulteriori commenti: “Stiamo distruggendo quanto è stato costruito con sacrifici esagerati e duro lavoro dai nostri padri”.
Non ci poteva essere altra reazione alla proposta di Renzi di incentivare i Comuni italiani disponibili ad accogliere migranti. Una Repubblica, uno Stato ed una Nazione non si costruiscono sugli incentivi, ma sul rispetto.