Il Manifesto approvato dall’ANCI nella recente Conferenza di Cagliari aveva ridato speranza a tanti sindaci che, dopo anni di incertezze, avevano finalmente sentito delle parole chiare sui temi di maggior interesse per i Piccoli Comuni. Lo stesso slogan scelto per i lavori, “Non meno Comuni, ma più Comune”, sembrava voler essere una fortissima rassicurazione nei confronti di tutti quei Piccoli Comuni a rischio estinzione per via di fusioni o unioni obbligatorie alternativamente auspicate dai Fassino e Cottarelli di turno. Tutta gente, per intenderci, che dalle loro postazioni dorate vorrebbe salvare l’Italia risparmiando sulla pelle altrui. Ed in particolar modo su quella dei cittadini “meno fortunati” (secondo loro) perché residenti in piccoli paesi, in aree marginali, periferiche o montane.
A dire il vero, dei dubbi sulla sincerità della posizione dell’ANCI mi erano venuti da subito, tanto da parlarne in un post del 10 luglio (http://www.ilfossodihelm.com/piccoli-comuni-la-posizione-dellanci-e-sincera/). Come me, infatti, in molti lessero quella improvvisa apertura di Fassino come un tentativo di recuperare consenso tra i Piccoli Comuni e di fermare la continua emorragia di recessi dall’ANCI.
Come volevasi dimostrare, a settembre (noto come il mese dei buoni propositi spesso rimasti tali) le contraddizioni dell’ANCI e del suo presidente Fassino sono nuovamente riemerse. In un comunicato pubblicato sul sito ufficiale dell’Associazione, infatti, si riporta il contenuto di una lettera inviata da Fassino al presidente Renzi nella quale, tra le altre cose, si chiede un “accordo fra il Governo e l’ANCI che dovrebbe riguardare anche temi come la semplificazione istituzionale per sostenere Unioni e fusioni di Comuni”. Proprio così. Il verbo scelto è “sostenere”. Gira e rigira, quindi, si va a finire sempre lì.
Ora, inutile ribadire che l’idea che Fassino faccia un accordo con Renzi anche a nome mio (e di tanti altri Sindaci di Piccoli Comuni) non mi piace affatto. Al di là delle dichiarazioni di facciata, infatti, c’è poco da fidarsi di due che hanno dato continuamente prova di non tenere affatto a noi piccoli.
Fortunatamente, come dimostrato anche dalla protesta del 2 ottobre (che ha visto l’adesione di oltre 560 Piccoli Comuni italiani soltanto grazie al passaparola dei social) non sono il solo a pensarla in questo modo. Ed anche alcune ANCI Regionali, tra cui proprio quella pugliese, stanno iniziando a dissentire dai vertici nazionali troppo ossequiosi con il Governo ed interessati esclusivamente alle problematiche delle città metropolitane e dei centri più grossi.
Così nel paese reale il malcontento monta sempre di più. L’ultima conferma in ordine di tempo arriva da Lozzolo in Provincia di Vercelli dove il Primo Cittadino Roberto Sella è uscito dall’ANCI scrivendo una lettera molto significativa al presidente Fassino. “Viviamo un momento di grande confusione fatto passare per un momento di riforme” esordisce Sella che poi attacca: “A differenza di quanto si continua a comunicare, a settembre l’ANCI ha deciso di accelerare il professo di fusione, unione e convenzioni tra i Comuni”. Di qui la domanda accorata del Sindaco: “Perché questo assillo per eliminare i Piccoli Comuni?”.
In attesa di una risposta sincera che probabilmente non arriverà mai, il coraggioso Primo Cittadino ha abbandonato l’ANCI. Nel dubbio – deve aver pensato – meglio non farsi rappresentare da certa gente.