Ripopolare il Sud copiando il Portogallo.
Questa, in sintesi, la proposta della Lega per combattere il galoppante spopolamento del Mezzogiorno che ha perso, secondo lo Svimez, un milione e ottocentomila abitanti (in gran parte giovani) negli ultimi sedici anni.
II progetto si chiama “Zes-Aas” ed ha come obiettivo quello di (ri)portare, in tre o quattro anni, seicentomila nuovi abitanti nelle regioni meridionali, grazie a dieci anni a zero tasse per i pensionati disponibili a trasferirsi per almeno sei mesi ed un giorno all’anno nei piccoli comuni della Sicilia, Sardegna o Calabria.
L’idea di Alberto Brambilla, l’esperto di previdenza e consigliere personale di Salvini, prevede un bando aperto a tutti i piccoli comuni siciliani, sardi e calabresi con meno di quattromila abitanti che abbiano avuto uno spopolamento del 20% ed alcuni indicatori di efficienza nella raccolta differenziata, decoro urbano, servizi sociali e sanitari. Piccoli ma virtuosi, dunque.
La proposta sembra interessante. Del resto, la “silver economy” dei pensionati ha già avuto successo in moltissimi paesi (Spagna, Romania, Malta, Tunisia oltre al Portogallo che è riuscito ad attrarre oltre cinquantamila nuovi residenti) che ospitano un numero crescente di pensionati italiani in cerca di luoghi dove vivere dignitosamente e a condizioni economiche più favorevoli e che hanno visto crescere il numero di residenti, ma anche economia ed investimenti.
Unica annotazione: l’idea di confinare il progetto soltanto a tre regioni mi sembra limitativa. Il Mezzogiorno ha bisogno di uno shock ancor più dirompente. La soluzione migliore, a mio avviso, potrebbe essere quella di coinvolgere nella sperimentazione tutte le Aree Interne, peraltro già individuate a livello governativo, delle regioni meridionali. Sarebbe un elemento di giustizia tra i territori e di continuità con un percorso già avviato e comunque importante (e poi permetterebbe ai Monti Dauni di rientrare nel progetto).
Più di tutto, però, l’augurio è che questa proposta non divenga terreno di propaganda e di scontro ideologico, ma che, al contrario, possa favorire un confronto sano tra tutti quelli che hanno a cuore il destino dei piccoli comuni e del mezzogiorno.
Il tempo per il Sud sta per scadere.