Dalla pagine virtuali di questo blog ho spesso parlato della mia condizione di Sindaco di un piccolo paese dei Monti Dauni. Per non sentirmi troppo solo, da mesi, racconto le vicissitudini dei tanti Sindaci Ribelli dei Piccoli Comuni, molti dei quali conosciuti personalmente grazie all’ANPCI presieduta da Franca Biglio, in occasione della protesta spontanea del 2 ottobre (quando chiudemmo fisicamente in nostri Municipi contro i tagli del Governo) ed infine nel corso della grande manifestazione di Volterra dello scorso marzo.
Non può che farmi piacere, dunque, leggere che finalmente il dibattito sulla condizione dei Primi Cittadini (e dunque dei Comuni) sta assumendo un livello nazionale.
L’occasione è data da una lettera che alcuni sindaci “importanti” di centrosinistra (Enzo Bianco, Antonio Decaro, Giuseppe Falcomatà, Daniele Manca, Roberto Scanagatti, Bruno Valentini) e di centrodestra (Guido Castelli, Umberto Di Primio, Paolo Perrone) hanno scritto per sottolineare come sia difficile il compito dell’amministratore locale in un momento in cui il proprio ruolo è messo a dura prova (http://www.huffingtonpost.it/2016/05/12/lettera-sindaci-inchieste-autonomia_n_9924872.html).
A dare ancor più risalto all’iniziativa dei Sindaci, ci ha pensato l’ex Primo Cittadino di Venezia Massimo Cacciari che senza mezzi termini ha commentato: “ Per fare il sindaco oggi bisogna essere dei pazzi”, parlando della sua esperienza come di “un martirio senza fine. Già ai miei tempi era così: se non ti mettono in condizione di operare adeguatamente, hai voglia a fare gli appelli…”.
Coerente con il suo stile, Cacciari non le manda certo a dire nei confronti dei firmatari: “Svegliarsi ora, dopo vent’anni, vent’anni di progressivo e sistematico smantellamento della figura dei sindaci da parte del centralismo governativo, vent’anni di degenerazione, non ha senso”.
Per poi rincarare: “Tra i firmatari dell’appello ci sono sindaci – gente che è stata anche al governo, tipo Bianco – che questa storia del depotenziamento degli amministratori locali, della loro umiliazione, la conoscono benissimo”.
Quanto alle inchieste, “il sindaco è un parafulmine universale”, dice Cacciari sempre su L’Huffington Post. “È in cima alla casa, se arriva un fulmine se lo becca lui. Dopodiché ci sono sindaci più bravi e meno bravi. Ma è il sistema che non funziona. Lo dico da 20 anni: bisogna rivedere tutte le leggi dell’amministrazione. Il sindaco è anche responsabile della salute pubblica e della protezione civile? Bene. Ma se non può fare niente perché non ha risorse…”.
Ora, se serve a far discutere dei temi che i Sindaci dei Piccoli Comuni ormai da anni vanno denunciando, ben vengano le polemiche alla Cacciari. Ormai, lo smantellamento degli Enti Locali, l’indebolimento dei Sindaci, la contraddittorietà della normativa, le responsabilità non accompagnate dalle risorse sono tutte cose che non possono essere negate da nessuno. Ed in questo i Sindaci dei Piccoli Comuni si sono dimostrati ancora una volta all’avanguardia.