Se sei un biccarese vero hai certamente macinato chilometri in mezzo alla Fontana. Qualunque sia la tua età o il tuo lavoro, hai giocato, bivaccato e passeggiato in quello slargo che i forestieri chiamano rotonda (ma loro non sanno quello che fanno). Lì, in quel palcoscenico bianco, nel corso degli anni, sei stato spettatore e talvolta protagonista.
Ma c’è da giurare che non sai tutto di quel posto pure così familiare.
O meglio, c’è qualcuno che ne sa più di te.
È Giuseppe Osvaldo Lucera. Nella terza parte del suo ultimo (o penultimo?) lavoro – “Biccari tra il 1870 e il 1931 ovvero storie di stupri, infanticidi, omicidi ed errori giudiziari” (vol. III, ed. Del Poggio, euro 15,00)”- lo storico biccarese non ci dice solo come è cambiata nel tempo la piazza del nostro paese, dalla toponomastica alla funzione sociale, ma ci racconta un episodio degno di un film giallo che ha avuto luogo proprio là, dove molto spesso iniziano e finiscono le giornate dei biccaresi.
Perciò, esattamente come gli altri, è un libro da acquistare, leggere e conservare.
Correva l’anno del Signore 1900 e, dove oggi anziani e ragazzini si godono la piazza a modo loro, alla luce di un solo lume, si esibivano giovani compagnie di malandrini veri e presunti, protagonisti, tra serenate e risse, di un omicidio efferato ma anche certamente vittime delle contraddizioni del tempo, prime fra tutte, la giustizia di casta del nuovo stato italiano.
Attraverso la ricostruzione di quella vicenda delittuosa e processuale, Lucera ci parla dei ventenni di centosedici anni fa. Della loro società, delle loro giornate, delle loro abitudini, del loro modo di fare l’amore e la guerra, tenendo sempre sullo sfondo la voglia o la necessità di oltrepassare l’oceano verso il nuovo mondo.
E, badate bene, non sono giovani qualsiasi. Hanno i nostri nomi e cognomi. In alcuni casi portano addirittura i nostri soprannomi. Sono la nostra storia e la nostra famiglia. Siamo noi cento anni fa.
PS: il libro sarà presentato il prossimo 29 agosto nell’ambito del programma dell’Estate Biccarese.