Sono giorni di passione per i rifiuti in Puglia. In Capitanata tiene banco il tentativo fallito (e poco chiaro) della Provincia di Foggia di acquistare ad un’asta giudiziaria un pezzo della EcoBioAgrim per “gestire autonomamente un impianto di compostaggio, calmierare i prezzi ed eliminare la puzza“. A Brindisi, intanto, l’intera ATO Rifiuti provinciale è stata commissariata dalla Regione che ormai si avvia a battere il record mondiale di commissari nominati. Nel frattempo, gli uffici regionali partono nuovamente all’attacco degli Enti locali notificando la famigerata ecotassa agli “inadempienti”, dimenticando le sentenze del TAR, le deliberazioni dell’ANAC, le lacune della sua Legge Regionale e tutto il caos che è stato combinato in questi anni certamente non dai Comuni.
Così, a mio avviso, rischia di passare sottotraccia la notizia principale. Lo scorso primo ottobre, l’Immediato.net ha pubblicato un articolo da far accapponare la pelle. Secondo la testata foggiana “gli appalti milionari sulla raccolta differenziata fanno gola alla Società foggiana ed alla camorra napoletana” (http://www.immediato.net/2015/10/01/le-mani-della-mafia-foggiana-sulla-differenziata-molise-terra-di-conquista-per-camorra-e-societa/). Stando a quanto riferito dalle forze dell’ordine locali, infatti, “ad attirare l’attenzione dei clan ci sarebbero gli appalti milionari che nei prossimi mesi saranno affidati per la raccolta differenziata”.
La sensazione però è che questo allarme non abbia sorpreso, spaventato o indignato nessuno. Anzi, è sembrata un’ovvietà. Quasi come se fosse la cosa più naturale del mondo…Tutti a pensare ad altro.
Quella che è stranamente mancata, innanzitutto, è la voce della Politica. Non mi pare, difatti, di aver sentito degli interventi significativi da parte dei più importanti esponenti politici ed istituzionali della Capitanata. La mafia sarebbe dietro l’angolo e la Politica non si interroga sul tema. Anzi, nella migliore delle ipotesi si lancia in improbabili avventure immobiliari. Nessuna riflessione, nessun confronto, nessuna contromisura da chi dovrebbe difendere il territorio da questa minaccia incombente.
Nessuno (ma proprio nessuno) che abbia il coraggio di mettere in discussione un modello, quello dei grandi ambiti territoriali, che genera gare d’appalto milionarie a cui, a quanto pare, la criminalità non è affatto insensibile. Nessuno (ma proprio nessuno) che si interroghi sulla legittimità o l’opportunità di governi di secondo livello, come appunto gli Ato e gli Aro, dove il controllo dei consiglieri comunali e dei cittadini è fortemente indebolito. Nessuno (ma proprio nessuno) che provi a ragionare, fuori dai soliti preconcetti alla moda e politicamente corretti, su modelli alternativi, improntati – magari – a gestioni più piccole, a portata di Comunità, con meno zeri e più controllo da parte dei cittadini.
Nessuno.