In queste settimane migliaia di medici ed infermieri lavorano giorno e notte, rischiando anche in prima persona, per curare le persone contagiate. Tantissimi altri nelle istituzioni, nella protezione civile e nelle forze dell’ordine, sono impegnati per contenere il più possibile il diffondersi del virus. Altri ancora sono a lavoro per provare sin da ora a ridurre le gravissime conseguenze economiche di questa grande emergenza sanitaria.
E noi che possiamo fare?
Io dico tanto, tantissimo. Molto di più che mettere dei like sotto le foto dei medici.
Ad esempio, possiamo chiederci: “che effetto produce il mio gesto?”
In questa battaglia globale contro il virus, infatti, anche il nostro piccolo comportamento individuale può essere decisivo, sia in positivo che, purtroppo, in negativo. Se scegliamo la prudenza, la collaborazione, il rispetto di tutte le raccomandazioni che ci vengono impartite ci mettiamo dalla parte di tutti quelli combattono l’infezione. Dalla parte giusta. Se facciamo il contrario, se adottiamo comportamenti superficiali ed ignoriamo le poche elementari regole che ci sono state impartite, rischiamo di essere, nostro malgrado, i primi alleati del Coronavirus. E purtroppo di fare del male a noi stessi e agli altri, specialmente ai più fragili.
E’ il momento anche della responsabilità individuale.
Ancora una volta, pertanto, anche da qui vi riepilogo alcune delle principali raccomandazioni che ci sono state impartite:
lavarsi frequentemente le mani; mantenere la distanza di almeno un metro dalle altre persone; evitare strette di mano ed altri contatti fisici ristretti; evitare di scambiarsi bottiglie e/o bicchieri; starnutire o tossire all’interno di un fazzoletto; evitare posti affollati ed assembramenti di persone.
A tutti i gestori di uffici, attività professionali, locali pubblici ed esercizi commerciali rinnovo l’invito ad evitare assembramenti di persone nei loro spazi al chiuso, ad evitare la permanenza di utenti nelle sale di aspetto e comunque a fare in modo che nei loro locali venga garantita la distanza minima interpersonale di un metro (ad esempio regolarizzando gli ingressi, riducendo i posti a sedere). Sono accorgimenti necessari.
Ai più giovani, infine, mi sento di ricordare con affetto che le scuole, il catechismo, le attività sportive e le università (e tantissime altre attività) sono state sospese per cercare di ridurre le occasioni di contagio anche a dispetto di tanti bei momenti di socializzazione a cui tutti teniamo tanto. Perciò non possiamo comportarci come se niente fosse!
Siamo tutti chiamati al rispetto delle raccomandazioni, al buon senso, alla prudenza ed alla collaborazione. Siamo tutti chiamati a fare la nostra parte. Anche dai nostri piccoli gesti può dipendere molto.