Ho appena letto l’articolo dell’altro ieri dell’ottimo Francesco Cerisano su Italia Oggi e non sono riuscito a trattenermi.
Quando la Corte costituzionale bocciò i tagli imposti dal Governo Monti ci avevo sinceramente sperato. Se siamo in uno Stato di diritto, mi ero ingenuamente detto, ad un provvedimento ingiusto dovrebbe seguire un ristoro, una riparazione, un risarcimento. In un modo o nell’altro – pensavo – il Governo troverà il modo di restituire le somme tagliate ingiustamente a tutti gli Enti locali (a Biccari circa 100 mila euro).
È stata, purtroppo, una speranza effimera ed immediatamente svanita nel momento in cui ho letto l’incredibile risposta del Quirinale alla mia richiesta di un suo autorevole intervento del Presidente Mattarella (https://melascrivo.it/spendig-review-incostituzionale-ma-mattarella-se-ne-lava-le-mani/).
Oggi, dalla prestigiosa penna di Cerisano, apprendo che non ci sarà nessun rimborso ai Comuni per i tagli del governo Monti. Bisogna rassegnarsi. Il furto illegale è stato legalizzato. Nella prossima Conferenza Stato-Città, infatti, arriverà il decreto del Ministero dell’Interno che confermerà i tagli fatti dal governo Monti. Già nella legge di Bilancio 2017, infatti, la maggioranza è riuscita ad inserire una norma ad hoc (art. 1 comma 444) correttiva della disposizione cassata dalla Costituzione che modifica “ora per allora” la norma contestata. Il tutto, pare, con l’approvazione anche dell’ANCI. Così, giusto per dare il colpo di grazia.
Nessuno ha pensato che restituire quei soldi ai Comuni, oltre ad essere un segno tangibile e concreto di giustizia (ne abbiamo sempre bisogno), avrebbe potuto rappresentare una delle più grandi manovre anti-crisi degli ultimi 5 anni con una immissione di denaro liquido per far ripartire l’economia locale.
Ed invece no. A torto (spesso) o a ragione, si prendono tutto.