Ora che la parata del 2 giugno è bella che archiviata, due o tre cose me le scrivo.
Punto 1. Della trovata scenografica del Governo di far sfilare alcuni Sindaci in occasione delle Festa della Repubblica non me ne può fregar di meno. Tuttavia, mi preme precisare un paio di concetti. I circa 400 Primi Cittadini che hanno accettato di partecipare alla parata non rappresentano, come è stato detto da qualche tiggì, gli 8 mila comuni italiani. Al massimo, rappresentano i loro Comuni, i loro Partiti o la loro Associazione. Non il resto. Altra cosa. È bene che si sappia che non sono stati invitati tutti i Sindaci italiani, ma solo quelli che aderiscono all’ANCI. La Repubblica Italiana non fa sfilare chi dissente dal sindacato di comodo e le Istituzioni pretendono che si sia tutti allineati e coperti.
Punto 2. In una giornata come quella di ieri, dai Sindaci “prescelti” più che foto ricordo mi sarei aspettato un gesto di coraggio e di dignità istituzionale. Celebrare il 2 giugno indossando la fascia tricolore non ha molto significato se non si trova il modo di dire che la Repubblica, settant’anni dopo la sua nascita, rischia di restare un’eterna incompiuta ed una mera enunciazione di principi (dalla sovranità che appartiene al popolo alla centralità del lavoro… in poi). Restando a quel che concerne i Comuni, non serve Benigni per capire che l’autonomia riconosciuta agli enti locali dalla Costituzione ormai è rimasta solo sulla Carta e che Comuni, Province, Città Metropolitane, Regioni e Stato che, ai sensi dell’art. 114 dovrebbero costituire la Repubblica, non godono certo di pari dignità istituzionale. Perciò, bisognerebbe sfilare per difendere i propri Comuni. Non per altro.
Punto 3. Ci sono altri tipi di Sindaci. Luigi Lucchi da Berceto, ad esempio, ha trascorso il suo 2 giugno con una palla al piede protestando contro quello Stato che dal 2012 in poi “nuoce gravemente alla salute” del suo Comune. Quando la politica dei politicanti e i media asserviti, atrofizzati ed assuefatti smetteranno di dedicarsi alle parate ed incominceranno a pensare al Paese Reale, forse sarà troppo tardi.
In ogni caso, se dovessero dirvi che la Festa della Repubblica è la festa di tutti, non credeteci. L’hanno trasformata in un party ad invito. Si entra in coppia. Leggere lista Renzi – Anci.