Ho sempre pensato che i libri abbiano una vita propria. Possono decidere di farsi leggere velocemente o poco a poco. Possono passare di mano in mano e cambiare padrone come meglio credono. Attraversano negozi, stanze, borse, scaffali e bancarelle. Fino a trasferirsi in altre città. Soprattutto, possono apparire e scomparire quando vogliono. E, senza cambiare parole, raccontarti ogni volta qualcosa di diverso.
Se questo libricino blu vecchio di dieci anni è improvvisamente ricomparso ci deve essere un motivo, dunque. Nessun caso. Ha deciso così, punto. Ha deciso di ritornare proprio qualche ora dopo i fatti di Bruxelles. Si chiama Senza Radici (Mondadori, 2005, 134 pp., 7,70 €) ed è stato scritto a quattro mani (e che mani). Da uno che faceva il Presidente del Senato e da un futuro prossimo Papa.
Marcello Pera e Joseph Ratzinger, più di dieci anni prima di Charlie Hebdo, Parigi e Bruxelles (ma la lista è ben più lunga), si scambiano due lettere in cui parlano di “Un Occidente che non ama più se stesso” tanto che “della sua storia oramai vede soltanto ciò che è deprecabile e distruttivo, mentre non è più in grado di percepire ciò che è grande e puro” (JR). Ma anche del brutto vento che soffia sull’Europa (oggi ancor più forte). “Dell’idea che basta aspettare e i guai spariranno da soli, o che si può essere accondiscendenti anche con chi ci minaccia e potremo cavarcela. È lo stesso soffio di vento di Monaco nel 1938” (MP).
Si confrontano su quell’Europa che “per non chiamare i problemi per nome usa il linguaggio del politicamente corretto“. Oppure che si rifiuta, per paura, di declinare le proprie radici culturali e religiose. Che manifesta per la pace “anche quando è fatta segno della guerra santa del fanatismo islamico“.
Poi riaccendi la TV. E parte il solito teatrino dei soliti personaggi. A Retequattro Gasparri e Telese si urlano in faccia, sbavano e quasi vengono alle mani.
Ed allora capisci che dieci anni sono passati inutilmente. Ed anche perché quel libricino blu ha deciso di sparire.