Ci sono libri che non ti aspetti scritti da autori che non ti aspetti. Ed allora ti sorprendono, ti restano ed in qualche maniera ti fanno riflettere. Al punto di farti sentire il bisogno di condividerli con gli altri. Quello di Luciano Violante (proprio lui, l’ex Presidente della Camera ed il più volte deputato di PCI, PDS e DS) è uno di questi. Perché sembra dire esattamente quello che tu vorresti dire. Perché già dalla sua “confezione” sobria e per niente patinata ti fa capire che forse, finalmente, ti trovi di fronte a qualcosa di serio.
Insomma, finalmente (anche da sinistra) qualcosa di impopolare, di estraneo al politicamente corretto, di scomodo. E, perché no?, di vecchio.
“Il dovere di avere doveri” (Einaudi, 12 euro, 180 pagine) parla di cose che non si usano più. Di doveri, appunto. Di come possa essere pericolosa la continua pretesa di diritti sganciati da qualsiasi tipo di responsabilità. Di come l’abuso dei diritti finisca con l’incentivare l’egoismo ed il conflitto sociale. Di come il nostro paese abbia tremendamente bisogno di una “nuova pedagogia civile”.
Ma anche della debolezza della politica attuale che, presa dal frenetico bisogno di consenso e di demagogia, all’educazione al dovere non ci pensa proprio. Con risultati che sono sotto gli occhi di tutti.
Ecco perchè, per rendere concreti i diritti, bisogna riprendere a parlare di doveri.