Chi segue questo piccolo blog sa che, di tanto in tanto, mi piace condividere le mie letture e consigliare qualche libro, nella speranza che possa essere utile a qualcuno. Ed allora, se siete alla ricerca di qualcosa di originale, di biccarese e di profondo, vi segnalo di seguito l’Opera Omnia di Gennaro Lucera riportando la prefazione che ho avuto il piacere di scrivere:
Con la sua Opera Omnia “zio” Gennaro ci fa un grande regalo. Un regalo che abbraccia non solo i suoi oltre quarant’anni di produzione artistica e letteraria, ma anche e soprattutto un pezzo della storia di Biccari, della nostra storia. Perché Gennaro Lucera, con i suoi versi, con la sua instancabile attività culturale e con i suoi studi storici, è diventato un prezioso custode ed un attento osservatore delle tradizioni locali, del dialetto biccarese, degli usi e dei costumi della nostra civiltà contadina.
Con la sua ironia sottile e garbata per decenni ha raccontato in maniera inconfondibile caratteri,
personaggi, aneddoti, luoghi e vicende che ormai sono parte integrante della storia piccola e Grande della nostra Comunità. Per questo l’Opera Omnia di Lucera in qualche maniera ci riguarda tutti. Perché, che ci piaccia o no, ci siamo “dentro” più di quanto si possa pensare. All’indubbio valore artistico e culturale dell’Opera, perciò, si aggiunge la sua portata emotiva, emozionale e valoriale. L’Autore ci offre, infatti, la possibilità di conservare in un unico volume sonetti e versi straordinari, certo, ma anche atmosfere, musicalità e suggestioni della nostra Biccari che altrimenti rischierebbero di essere dimenticate o confuse nei ricordi. Sono convinto che per ogni biccarese sarà sufficiente rileggere queste pagine, e chiudere gli occhi per un istante, per poter rinsaldare il legame viscerale
con la propria Terra ed i propri affetti. Un piccolo miracolo, tanto raro quanto necessario. Mi piace pensare, perciò, che l’iniziativa di Lucera abbia anche un profondo significato “politico” e, oserei dire, “religioso”. Ci aiuta a rafforzare il senso di appartenenza alla nostra Comunità, ad avere rispetto per la nostra storia e per i nostri luoghi, a ricordare l’importanza di proteggere i nostri tratti identitari e di continuare a sentirsi “popolo” anche in mezzo ai profondi cambiamenti del nostro tempo.
Tutte cose che, contrariamente a quanto si possa pensare, non sono retaggio di un inutile passato, ma
chiave di volta per non far spegnere lentamente i piccoli borghi e tenere accesa la loro scintilla vitale da cui far risplendere il futuro.
Perché come diceva Gustav Mahler: “Tradizione non è culto delle ceneri, ma custodia del fuoco”.