Una Repubblica fondata sul gioco. Meglio se d’azzardo. Il lavoro, quello vero, resta un miraggio. Questa volta, però, non c’entrano le maxisanatorie regalate dai vari Governi ai big del gioco. A scommettere, questa volta, sono – loro malgrado – i Sindaci dei Piccoli Comuni.
Dopo il lucido sfogo di Stefano Ceffa (Sindaco di Bioglio, nel Biellese), ne parla con la consueta sagacia il Primo Cittadino di Berceto (Parma) Luigi Lucchi, già ospite del mio blog.
Il tema è sempre quello del click day, ovvero del sistema inventato dal Governo per finanziare i progetti per i Piccoli Comuni. Una specie di grande lotteria virtuale.
Ecco il Lucchi-pensiero: “in considerazione dell’occupazione, nella realtà, in continuo calo, e delle tante modalità, a ciclo continuo, con cui lo Stato invita i propri cittadini a rovinarsi, economicamente e moralmente, con il gioco d’azzardo, nei fatti si può affermare che la Repubblica Italiana non è piu’ fondata sul lavoro ma sul gioco”.
“Con questa logica – continua Lucchi – anche i Sindaci vengono invitati, obbligati, dallo Stato, a giocare d’azzardo per quanto riguarda i finanziamenti di progetti atti a prevenire, mitigare, il dissesto nei loro territori. Tutti i Sindaci, dei piccoli comuni -circa 6.000 in Italia rispetto al totale di 8.047-, mercoledì 13 maggio, (giorno fatidico della super lotteria Nazionale con premi che ammontano a 100.000.000 d’euro), alle ore 9, in punto, hanno provato il gioco d’azzardo che lo Stato ha escogitato per loro. Chi avrà avuto la fortuna di arrivare, nello spazio di pochi centesimi di secondo, cliccando sulla e-mail del Ministero delle Infrastrutture, tra i primi cento, sarà finanziato, al massimo per 400.000 (quattrocentomila) euro a fondo perduto”.
Questo, infatti, è il criterio predominante in Italia per assegnare i finanziamenti ai Piccoli Comuni. Si gioca tutto sui millesimi di secondo. Un “indegno arretramento dello Stato” dicono i Sindaci più attenti. Lucchi, ad esempio, richiama l’attenzione sul falso mito della trasparenza che sarebbe garantita dalle procedure telematiche: “Se in quel momento (mercoledì 13 maggio ore 9), come succede spesso, soprattutto da noi in montagna, la rete non collegava il Comune? Se in quel momento c’era una micro interruzione di elettricità, anche questo frequente fenomeno in montagna? Se i vari orologi dei diversi computer non sono aggiornati sull’ora nazionale? Se il Ministero non è aggiornato sull’ora nazionale? Se un hacher s’intromette? Se un Comune assolda un hacher?”
La conclusione di Lucchi, infine, è a metà tra il rassegnato ed il grottesco: “Non so se avrò il finanziamento richiesto, di certo ho preso il vizio del gioco d’azzardo. Questa mattina, per la prima volta, ho speso due ero per un biglietto dell’euro jackpot, intanto si hanno le stesse probabilità che essere finanziati, ora, dallo Stato come Comuni. Attendo fiducioso le due estrazioni: quella dello Stato e quella dell’euro jackpot. Se vinco con il biglietto, lo prometto già ora, finanzierò ugualmente il progetto del Comune visto che serve per mitigare il forte dissesto in Val Manubiola. La vita è tutta una quiz diceva Arbore”.
Che dire altro? A questo siamo ridotti. Anche io, come Luigi Lucchi, Stefano Ceffa e tanti altri Sindaci di Piccoli Comuni aspetterò l’esito dell’estrazione. Ed anche io, inizierò a compare un “gratta e vinci” per il mio Comune. Potrebbe essere più utile di un buon progetto. Perché nella vita ci vuole … culo.