La spendig review di Monti è stata dichiarata incostituzionale, ma Mattarella se ne lava le mani. Dal Grigio nessuna parola a favore degli Enti Locali dissanguati dagli ultimi Governi.
Lo scorso 9 giugno, dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 129/2016 che ha dichiarato incostituzionale la spending review applicata nel 2012 dall’allora premier Mario Monti a tutti i Comuni italiani, decisi di scrivere al Presidente della Repubblica per sollecitare un suo autorevole intervento affinché i Comuni potessero riavere quanto incostituzionalmente sottratto loro in questi anni con conseguenze facilmente immaginabili per i cittadini.
Consapevole delle prerogative del Capo dello Stato, chiedevo che Mattarella facesse sentire la propria voce per garantire il rispetto della Costituzione (di cui dovrebbe essere custode e garante), per impegnare il Governo a dare seguito all’importante pronuncia di incostituzionalità e per aprire una più ampia riflessione “sul mancato rispetto dell’autonomia costituzionale riconosciuta ai Comuni, sul ruolo dei Piccoli Comuni troppo frettolosamente considerati un problema anziché una risorsa e, più in generale, sugli incalcolabili danni di certe politiche di austerità nei confronti di aree marginali, rurali e montane”.
Ma, ahimè, i Palazzi romani, a cominciare dal Quirinale, continuano ad essere sordi e disinteressati rispetto alle sofferenze della periferia.
Il mio accorato appello, infatti, non ha meritato altro che una risposta in burocratese da parte del Direttore dell’Ufficio per gli Affari Giuridici e le Relazioni Costituzionali della Presidenza della Repubblica. Nello stringatissimo testo, si legge che il “Presidente della Repubblica non può compiere alcuna valutazione dei fatti che costituiscono oggetto della Sua istanza, né adottare misure nel senso da Lei richiesto”.
Il muro di gomma presidenziale continua con la precisazione secondo cui il Presidente “non dispone di alcuno strumento diretto di intervento su altri Organi dello Stato nell’esercizio di competenze ad essi assegnate dall’ordinamento” e che, per finire, la questione da me rappresentata “è stata sottoposta all’attenzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per le valutazioni di competenza”.
Una lavata di mani in piena regola, dunque. Con tanto di posta smistata a Palazzo Chigi. E addio core.
Ora, non ci credo affatto che Mattarella non possa richiamare Governo, Camere e politica sulla necessità di rispettare la Costituzione anche nelle scelte di politica economica e nell’applicazione dei tagli agli Enti Locali. Così come non credo che il Capo dello Stato non possa aprire una riflessione pubblica sul ruolo e la condizione dei Piccoli Comuni e di chi ci abita. Non ho bisogno di un parere di qualche illustre costituzionalista per concludere che, molto più semplicemente, Mattarella non ha voluto fare alcun intervento concreto.
Non ha ritenuto di prendere le parti di quello che dovrebbe essere il suo popolo. Non ha ritenuto di comprendere le ragioni dei tanti Sindaci che nei vari angoli del Paese cercano con fatica di garantire servizi alla loro gente. Non ha ritenuto di fare qualcosa affinché una pronuncia della Corte Costituzionale avesse effetti pratici e concreti. Affinché fosse fatta Giustizia fino in fondo.
E’ incompetente, dice. Ce ne siamo accorti.