Casalnuovo Monterotaro – qui, vicino a noi – rischia di diventare il luogo simbolo della follia degli Aro Rifiuti (ne ho già parlato in questo blog). Il Piccolo Comune di circa 1700 abitanti, conosciuto e frequentato anche per aver ospitato la Comunità Montana dei Monti Dauni Settentrionali, è un “Comune Riciclone”. Nel 2013 e nel 2014, infatti, ha ottenuto l’importante riconoscimento da parte di Legambiente per aver superato la soglia del 65% di raccolta differenziata. Insomma, dal punto di vista della gestione dei rifiuti è un paese modello. Non c’è niente da dire.
L’ottusità (o la malafede) di chi ci governa, tuttavia, non conosce ostacoli. E neanche il buonsenso. Così, anche Casalnuovo Monterotaro “Comune Riciclone” è finito sotto le grinfie dell’Aro Rifiuti ed è stato obbligato, ope legis, a buttare alle ortiche il suo modello virtuoso per associare il servizio di gestione dei rifiuti con altri Comuni vicini.
Solo che Casalnuovo Monterotaro ha un Sindaco con le palle. Pasquale De Vita, infatti, vuole vederci chiaro. E, soprattutto, non vuole che i suoi concittadini vengano tartassati e sacrificati, in nome della differenziata, su chissà quale altare. Perciò, studia le carte e analizza, punto per punto, il progetto unico preparato dall’Aro. Presenta osservazioni, partecipa attivamente alle riunioni del nuovo organismo e, alla fine, riesce a far scendere il costo procapite del servizio dai 160,91 € proposti dall’Aro ai 128,00 €. Risparmia e dimostra, in questo modo, tutte le falle e le incongruenze iniziali del progetto. Ma non gli basta. Da “riciclone”, sa benissimo che si potrebbe risparmiare ancora e, quindi, ribadisce il suo parere negativo al progetto.
Nel frattempo, il percorso individuato dalla Regione inizia a perdere colpi. In tutte le province pugliesi, infatti, aumentano perplessità e proteste nei confronti di una governance che moltiplica a dismisura i costi del servizio per i Comuni e dunque per i cittadini e costruisce gare milionarie ad uso e consumo dei big del settore. La Regione, però, invece di ascoltare commissaria la stragrande maggioranza degli Aro. Compreso quello di Casalnuovo Monterotaro. I problemi non si fermano qui, anzi. La legge regionale 20 agosto 2012 n. 24 (che ha istituito gli Aro Rifiuti) viene censurata dall’ANAC (Autorità Nazionale Anticorruzione) perché contraria alla libera concorrenza laddove vieta ai Comuni di indire nuove gare di appalto nelle more del subentro del Gestore Unico. L’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano, poi, è costretto ad accogliere il ricorso straordinario presentato dal Comune di Martignano condannando la Regione Puglia a rivedere i perimetri degli Aro in caso di Unioni di Comuni. Ed il TAR Lecce, infine, deve dichiarare illegittima l’Ecotassa voluta dalla Regione per punire i Comuni in ritardo con la differenziata. Insomma, un bel pasticcio.
Per cercare di risolvere l’eccezione sollevata dall’ANAC, interviene il Prefetto di Foggia che in una nota dello scorso febbraio invita tutti i Comuni ad uniformarsi al dettato dell’Autorità (e dunque a bloccare ogni proroga e a fare le gare d’appalto), precisando come la norma regionale non sia conforme ai principi comunitari e nazionali in tema di affidamento dei servizi pubblici.
Come altri Sindaci, quindi, Pasquale De Vita recepisce l’invito scritto del Prefetto ed avvia una nuova procedura di gara per il suo Comune (premunendosi di inserire nel bando la clausola di rescissione automatica in caso di subentro dell’Aro).
Qui però succede l’imponderabile. La reazione del Servizio Rifiuti della Regione, infatti, è fuori dal mondo. Con una nota durissima e del tutto irrituale, vengono segnalate criticità nell’azione amministrativa del Comune di Casalnuovo Monterotaro nientedimeno che all’Autorità Nazionale Anticorruzione, all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, al Prefetto di Foggia ed alla Procura Regionale della Corte dei Conti. La “vendetta” (o, almeno, così sembra) della Regione è dunque pesantissima. L’accusa a Pasquale De Vita è di aver commesso atti contrari alla legge e di aver causato dei ritardi (!!!) nell’approvazione del progetto unitario dell’Aro Rifiuti. Come se l’incapacità del modello regionale di portarne a compimento uno – che fosse uno! – di Progetto Unitario fosse tutta colpa e responsabilità dei Sindaci. Come se il Commissario con poteri straordinari non esistesse. Come se il legittimo dissenso politico delle Amministrazioni locali fosse qualcosa da “punire” con lo spettro delle denunce e delle segnalazioni. Come se cercare di far risparmiare la propria gente fosse un reato. A questo siamo arrivati.
La verità, tuttavia, è molto più semplice. L’unica “colpa” di Pasquale de Vita è quella di aver dimostrato che si può fare la differenziata senza dissanguare i cittadini. Che si può essere virtuosi anche (soprattutto) senza l’Aro.
Intanto, nella speranza che la nuova Giunta regionale si decida subito a bloccare questa pazzia, sono pronto ad essere denunciato anche io. Perché faccio esattamente come Pasquale De Vita.*
*In assemblea Aro FG/7, insieme ai Sindaci di Alberona, Roseto V.re, Faeto, Celle ed Orsara, ho ribadito il nostro parere negativo al Progetto Unitario. È vero che la legge ci impone di fare un progetto unico, ma non necessariamente “quel” progetto. Parallelamente, vista la deliberazione dell’ANAC e la nota della Prefettura, la nostra Giunta comunale ha avviato le procedure per l’indizione di una nuova gara d’appalto con l’obiettivo di raggiungere il 65% di raccolta differenziata e di mantenere la tassazione ad un livello decente. Se non ci “bloccano” prima, ce la faremo!