La lettera aperta di Nicola Verruzzi, giovane Sindaco (ribelle) di Montieri, 1216 abitati in Provincia di Grosseto, potrebbe essere il classico sassolino capace di provocare una valanga. Partendo dalla serissima situazione toscana, propone una grande mobilitazione nazionale dei Piccoli Comuni. Va letta tutta, senza necessità di commenti o chiose. Se non una: fino a quando ci saranno Primi Cittadini così coraggiosi e liberi Piccoli Comuni venderanno cara la pelle. C’è da giurarlo.
“Gent.mi colleghi e amici, vi scrivo per segnalarvi la situazione che si sta vivendo in Toscana e che la Giunta ed il Consiglio regionale ma soprattutto, in questa fase, il partito di governo, ossia il PD, stanno portando avanti a spron battutto e senza ragionare su niente e con nessuno.
Il 28 novembre prossimo si terrà a Montecatini Terme un’iniziativa del PD dal titolo emblematico “Le fusioni fanno la forza“. Quando ho letto quel titolo oltre ad indignarmi mi sono veramente raggelato, inorridito. Lasciando da parte il giudizio tutto politico e cultural filosofico sulle fusioni e rispettando le opinioni che voi tutti avrete sul punto ribadendovi ancora una volta quale è la mia, se ce ne fosse ancora bisogno, ossia l’assoluta contrarietà a questo assurdo modello che dalla Del Rio in avanti si sta portando avanti senza l’umiltà e l’ardore di analizzarne i risultati, di valutare se gli obiettivi che ci si era posti siano stati in qualche modo conseguiti, non è più rimandabile, a mio giudizio, un’ enorme mobilitazione nazionale che parta dai territori e che si proponga, con estrema dignità e fermezza, l’obiettivo sacrosanto di essere parte integrante ed attiva in questa discussione e nel disegno di ridefinizione dell’architettura istituzionale del nostro paese che ci stanno a forza propugnando.
Qui non si parla più del sacrosanto diritto di un comune di fondersi con un altro, liberamente e volontariamente, per conseguire migliori risultati se le amministrazioni e le comunità di quei territori ritengono quello un modo ed un mezzo per elevarsi. Non si parla più di essere contro o a favore delle unioni dei comuni o dell’obbligo di associare le funzioni fondamentali. Qui si parla di un castello normativo che, giorno dopo giorno, sta rendendo la vita impossibile ai piccoli e medi comuni, condannandoli a soccombere, condannandoli a chiudere la porta poiché messi nelle condizioni di non poter più essere in grado di amministrare e di ottemperare ad una mole abnorme di adempimenti creati ad hoc per dimostrare che non possiamo reggere l’urto e tenere il passo. Qui si sta ragionando, e basta analizzare le sperequazioni di ANCI, di super comuni e super aree vasti da 50.000, 100.000 abitanti. Qui si sta parlando di stravolgere irreversibilmente il nostro paese verso un modello dal quale non si potrà più tornare indietro. Da una parte i super comuni, dall’altra le super aree vaste sanitarie, da un’altra ancora il taglio continuo e quotidiano dei servizi laddove non recano profitto.
Colleghi, comunque la pensiate, ci stiamo prendendo la responsabilità, in assenza di una reale controffensiva, di essere corresponsabili di un progetto che stravolgerà la nostra Italia desertificando municipalità millenarie, delle quali si decreterà la morte, contribuendo ad abbandonare e spopolare aree interne, montane, collinari, rurali ed insulari. I fatti di Parigi dimostrano, una volta di più, se ce ne fosse bisogno, come questa spinta all’inurbamento selvaggio ed alla creazione di aree metropolitane sempre più vaste, sia foriera di contrasti sociali enormi, generatrice di incredibili differenze tra gli esseri umani, produttrice di enormi agglomerati urbani ingovernabili, incontrollabili ed assolutamente insicuri.
Non possiamo permettere che presidi di legalità sul territorio, baluardi di democrazia, come i comuni, siano spazzati via come neve al sole. Come ben sapete la Toscana è un po’ il polso in questo momento del pensiero nazionale ed il laboratorio in cui preliminarmente si sperimentano scelte da trasporre poi sull’interno territorio della penisola. La fine dell’anno si sta avvicinando ed i prossimi mesi, quindi, saranno quelli decisivi. Per questo, a mio modo di vedere, non si può attendere oltre e dalla Toscana deve elevarsi, forte e chiaro, un grido di opposizione e resistenza a questo pensiero unico e dilagante. Penso che prima della fine dell’anno sarebbe opportuno organizzare una giornata di mobilitazione. Penso che il luogo ideale potrebbe essere quello di Volterra, comune medio, comune importante, comune tra i più antichi e gloriosi, con un’Amministrazione, quella di Marco Buselli, estremamente sensibile su questi temi e pronta, ogni volta, a schierarsi a difesa delle piccole municipalità e dell’autonomia dei comuni. Naturalmente in prima battuta mi rivolgo a Buselli affinché rifletta e decide se accettare questa importantissima sfida. La mia idea sarebbe quella di organizzare, poco prima delle festività natalizie, una grande manifestazione a Volterra che coinvolga comuni da tutta Italia, cittadini, associazioni, comitati, parlamentari, se e chi vorrà esserci, che sia in grado di fare enorme clamore e di attirare l’attenzione dei media nazionali.
Dobbiamo reagire con forza ai continui attacchi che stiamo subendo. La manifestazione dovrà dimostrare l’esistenza di un movimento, bipartisan, attivo in tutta Italia, e soprattutto pronto ad intraprendere qualsiasi azione ed inaziativa volta a tutelare i territori e tutte quelle parti d’Italia che sarebbero condannate all’estinzione. Chiedo, quindi a Marco Buselli di rifletterci, ringraziandolo di cuore già da adesso, ed a Sergio Pirozzi e Franca Biglio, ognuno per le proprie realtà associative, di prendere in seria considerazione questa mia proposta.
Vi ringrazio uno ad uno, vi auguro buon lavoro, nella speranza di trovare in voi persone libere disposte a spendersi in questa battaglia. Siate soprattutto in grado di attrarre tanti altri sindaci e territorio in questa che sarà, realmente una delle più grandi battaglie di democrazia e civiltà degli ultimi decenni.
Saluti cordiali.”
Nicola Verruzzi