Nel periodo che segue l’emergenza è necessario ingegnarsi per superare le difficoltà. Lo fa da sempre il Comune di Biccari che da anni propone grandi innovazioni, apprezzate in tutta Italia. Anche dopo il Coronavirus, il piccolo Comune dei Monti Dauni è intenzionato a ripartire dalle esperienze di socialità e dall’area naturalistica del Lago Pescara, un luogo immerso nella natura che ha i requisiti giusti per la cosiddetta fase due. Di questo e di molto altro abbiamo parlato con il sindaco, Gianfilippo Mignogna, in questa quinta uscita della rubrica “Sindaci in trincea”.
1) Stiamo vivendo un momento delicato, nel quale ogni Comune ha dovuto far fronte ai contagi da Covid-19. Qual è stato a livello numerico il bilancio dei casi positivi a Biccari? Come ha reagito secondo lei la popolazione locale alle misure restrittive? Ha funzionato la macchina della solidarietà? Citi qualche iniziativa solidale partita dai cittadini di Biccari. I controlli sono stati sufficienti?
1) Biccari ha avuto un solo contagio relativo ad un anziano, purtroppo poi deceduto, anagraficamente residente nel nostro Comune ma fisicamente ospitato in una struttura socio sanitaria di un altro centro. Ne approfitto per mandare ancora una volta un abbraccio alla famiglia.
Ciononostante non sono mancati i momenti di ansia e di preoccupazione. Sono però orgoglioso della stragrande maggioranza dei miei concittadini che hanno dimostrato di essere responsabili, attenti, diligenti. Anche dal punto di vista della solidarietà ci siamo confermati una Comunità pronta a darsi sostegno: il ruolo della Parrocchia, della Caritas, dei tanti volontari di protezione civile del Radio Club Biccari è stato da questo punto di vista prezioso ed insostituibile. La Cooperativa di Comunità, poi, è riuscita ad aggiungere quel pizzico di innovazione che non manca mai lanciando “Artisti Riuniti” e “Perdopo”, due iniziative belle, coinvolgenti ed anche estremamente concrete.
2) E’ da poco iniziata la cosiddetta “fase due “. Secondo il suo punto di vista quali devono essere le prerogative da cui ripartire? Come si può fronteggiare l’inevitabile crisi economica che si sta prospettando? Quali sono le misure messe in campo dal suo Comune per far fronte alla crisi economica? Come è andata la consegna dei buoni spesa e in particolare qual è il bilancio dell’iniziativa “per dopo” intrapresa dal suo Comune?
2) “Perdopo”, attraverso la vendita online di consumazioni posticipate, è servito a dare un segnale di vicinanza e di attenzione nei confronti di tutti i bar, ristoranti e pizzerie costretti alla chiusura. È stato un progetto di comunità, prima ancora che di indubbio sostegno economico dal momento che sono stati venduti centinaia di buoni. Per quanto riguarda i buoni spesa del governo (poi integrati da fondi regionali) come Comune siamo stati velocissimi nella distribuzione non avvertendo particolari problemi nella distribuzione. Ovviamente la crisi che abbiamo alle porte richiede tutt’altro. Non sarà una cosa passeggera, quindi è necessario mettere in campo, da parte di Governo e Regione, misure shock capaci di generare opportunità, occasioni, valore. Nel nostro piccolo stiamo lavorando ad un piano comunale che contiamo di presentare a breve.
3) Questo periodo è stato caratterizzato anche da una certa “sospensione” della democrazia, soprattutto per l’esercizio del voto. Ma i cittadini possono quanto meno giudicare l’operato della politica esprimendo un’opinione. Lei come giudica l’operato del Governo centrale, della Regione Puglia e della ASL locale per ciò che concerne le misure poste in essere per far fronte a questa pandemia?
3) Premetto che tutti i rappresentanti delle istituzioni meritano rispetto e comprensione per le difficoltà del momento. Nel merito, contesto la “fabbrica delle norme” che si è determinata dal proliferare di decreti, ordinanze, circolari, autodichiarazioni, faq, che ha ribaltato ogni regola di diritto e complicato non poco la vita ad amministratori locali e cittadini. L’esclusione dei Sindaci dal circuito istituzionale della gestione dell’emergenza, poi, ci ha messo nella scomodissima posizione di essere punto di riferimento della nostra cittadinanza ed al tempo stesso all’oscuro delle principali informazioni. Per quanto riguarda la Puglia mi sembra di capire che quasi tutti gli indicatori dicono che non siamo stati particolarmente brillanti nella gestione delle RSA, degli ospedali, delle cure domiciliari, dei dispositivi di sicurezza per gli operatori sanitari.
In generale, infine, non amo le spettacolarizzazioni, gli show continui, le urla social, la campagna elettorale permanente, le dirette quotidiane, quindi giudico negativamente chi ha fatto dell’emergenza un perenne terreno di scontro o di visibilità: questo è ancora il momento di lavorare duro e di rafforzare la credibilità delle istituzioni.
4) I Sindaci della provincia di Foggia hanno lamentato una certa carenza di informazioni per quanto riguarda i casi di positività e le misure da attuare. Ha riscontrato ciò anche nel suo Comune? Ciò le ha arrecato dei danni ai fini del suo operato da amministratore? Che cosa ne pensa? Cosa si poteva fare per ovviare a questa problematica?
4) Come detto è stato uno degli anelli mancanti della catena. Non avere informazioni puntuali su eventuali contagi, sulle quarantene, sui rientri dal nord ci ha messo in grande difficoltà ed ha creato un vuoto nella filiera istituzionale che fortunatamente, almeno da noi, non abbiamo pagato a caro prezzo. Ma in moltissime occasioni non è stato facile persino mettersi in contatto telefonico con l’ASL o avere delle comunicazioni corrette da parte della Prefettura. Spiace, perché sono convinto che i Sindaci ed i Comuni, anche quelli più piccoli, avrebbero potuto rappresentare una grande opportunità per il Paese anche in questa emergenza perché sono le istituzioni più vicine alle persone ed alla realtà, più credibili e, se opportunamente abilitate, anche più rapide nel fornire le risposte giuste.
5) Il Coronavirus ha interrotto gran parte della programmazione amministrativa dei singoli enti. Per il vostro Comune, in particolare, quali progetti avete dovuto sospendere? Quali invece siete riusciti comunque a portare a termine?
5) Vero. Oltre ai lavori pubblici in corso, alle manutenzioni, ad alcune pratiche amministrative particolarmente delicate, siamo stati costretti ad interrompere diverse progettualità turistiche e sociali. Eravamo pronti, soltanto per fare qualche esempio, a sviluppare un programma estivo di grande interesse, ad aumentare gli attrattori nella nostra area montana (avremmo inaugurato il primo bike park), ad ospitare nuovi residenti di origine argentina nell’ambito di una collaborazione molto bella con Argentina per il Mondo. Alcune cose sono solo rimandate, altre salteranno inevitabilmente. Ciononostante, siamo riusciti a metterci nelle condizioni di partecipare a diversi bandi (anche europei), ad approfondire alcune tematiche che ci torneranno molto utili per la nuova fase e ad ottenere finanziamenti importanti per nuove opere.
6) Ha avuto una grande visibilità la sperimentazione della scuola nel bosco intrapresa all’interno del Parco Avventura. Ritiene che questa strada sia percorribile anche dopo settembre e anche in contesti più ampi? La scuola all’aperto può realmente garantire maggiore sicurezza per gli studenti? Come giudica la “visione” ministeriale in merito alla ripresa della scuola?
6) Siamo chiamati a ripensare a certi modelli, a certi schemi. Credo che la natura debba diventare parte integrante di ogni percorso didattico e che i bambini, anche fuori dall’emergenza, abbiano bisogno di avere spazi, aria e luoghi diversi. Mi auguro che il bosco didattico, gli agri-asilo e tutte le formule “alternative” di didattica outdoor possano diventare un’occasione per ogni bambino. Nel nostro caso, il progetto è prettamente estivo, ma se le istituzioni scolastiche vorranno siamo disponibili ad ospitare giornate di studio in autunno o primavera già dal prossimo anno scolastico. Per il resto mi sono fatto un’idea non bella: lo Stato “permette” ai privati di aprire a loro rischio e pericolo assumendosene i relativi oneri, ma evita di rischiare in prima persona su Scuola, Tribunali ed altri uffici pubblici dove questa responsabilità non sarebbe delegabile ad altri. In pratica dimostra di non fidarsi delle sue articolazioni. Non è un bel messaggio.
7) Il poeta paesologo “Franco Arminio” è convinto del fatto che, dopo il lockdown e con la timida ripresa del turismo, la gente prediligerà luoghi come i Monti Dauni per trascorrere le prime vacanze post COVID-19. Lei cosa pensa a riguardo di ciò? I Monti Dauni sono pronti ad ospitare un maggiore flusso turistico? Si può costruire una strategia su questo cambio di abitudini?
7) Me ne occupo a vario titolo da un po’: il turismo è materia delicata e complessa. I Monti Dauni – ed in generale i borghi italiani – possono essere una destinazione turistica particolare, alternativa, improntata alla responsabilità, alla sostenibilità ambientale, alle esperienze autentiche, all’enogastronomia. Sono fortemente convinto di questo ed anche certi trend ci sono favorevoli. Ma queste destinazioni “minori” devono essere supportate da politiche specifiche da parte di Ministero e Regioni. I turisti, specialmente nel post covid, vorranno visitare posti belli e nuovi, ma anche sicuri, dotati di presidi sanitari, di connessione internet, di una buona viabilità e di altri servizi che non si improvvisano da un giorno all’altro. Senza scelte politiche mirate i Borghi rischiano di essere soltanto il piano B dei turisti impossibilitati ad andare al mare o nelle grandi città d’arte. Uno sviluppo turistico maturo richiede ben altro: visione, idee, servizi, strategie.
8) A livello personale, sia come cittadino che per il suo ruolo da sindaco, come ha vissuto questa fase? Cosa ricorderà di tutto ciò? Citi almeno un ricordo positivo e uno negativo. Un personaggio che ha apprezzato e uno che non ha apprezzato nello svolgimento del suo compito.
8) Sono stati mesi stancati e stressanti soprattutto dal punto di vista mentale ed emotivo. Giorni interi senza orari, isolato fisicamente all’interno del mio ufficio in una sorta di bolla eppure sempre connesso giorno e notte con tantissime persone. Con preoccupazioni crescenti e sentimenti contrastanti, tra ansie e speranze. Come tutti credo, mi porterò dentro tanti ricordi ed anche l’esperienza unica di aver avuto l’onere di guidare il mio Comune in un periodo così duro e straordinario.
Tra i tanti ricordi, penso sia molto difficile individuarne solo alcuni, ma ci provo. Sicuramente ricorderò con piacere l’incredibile legame che si è creato con gli altri Sindaci della Provincia. Il supporto reciproco, il sostegno quotidiano, il confronto costante (pur nella diversità di talune opinioni o azioni). Tutto questo credo che ci legherà per sempre ad un comune ricordo: quello di essere stati i Sindaci dell’emergenza. Di brutto c’è stato il senso di abbandono e di disinteresse per i bambini più fragili che abbiamo vissuto anche sulla nostra pelle. Per questo i miei eroi “della quarantena” saranno per sempre mia moglie Nada ed i miei piccoli Mario e Olga. Giù dalla torre, invece, tutti quelli che hanno lucrato, non solo politicamente, sull’emergenza. E qui di personaggi nei potrei citare parecchi, ma credo sia il caso di spegnere la TV e di ricominciare a pensare alle cose belle.