Se non si vuole fare luce, allora si preferisce l’oscurità. Ma davvero l’oscurità può essere una strategia?
I Sindaci sono all’oscuro di contagi e quarantene. Ormai è chiaro a tutti che i Primi Cittadini sono finiti ai margini dell’emergenza sanitaria, volutamente tagliati fuori da ogni comunicazione importante e relegati a ruoli diversi, se non proprio residuali (https://melascrivo.it/ma-il-sindaco-e-ancora-autorita-sanitaria/). E’ in atto un vero e proprio cortocircuito istituzionale.
Vorrei che fosse chiaro, però, che quando si scrive Sindaci, si legge Comunità. In ultima istanza sono sempre i cittadini a pagare questo stato di cose, a ritrovarsi senza riferimenti precisi, peraltro in uno dei passaggi più drammatici della recente storia italiana.
Sulla discussione che si è aperta ha provato a metterci e una pietra sopra, a suo modo, il Presidente Michele Emiliano, che nell’articolo qui sotto ripreso da Foggiatoday ha dichiarato testualmente:
http://www.foggiatoday.it/attualita/contagiati-emiliano-spiega-meccanismo-informazione-sindaci.html
“Capisco che un sindaco debba sapere più o meno quello che succede nel suo paese ma è vietato comunicare i nomi delle persone contagiate”.
Michele Emiliano
Ha detto proprio così: più o meno. Poi ha continuato:
“I sindaci sono stati, diciamo così, esautorati dei poteri legati al loro ruolo sanitario nella gestione dell’epidemia dalle norme adottate durante l’emergenza”.
Michele Emiliano
Ora io non riesco ad accontentarmi di un “diciamo” e di un “più o meno”, neanche se detti da Michele Emiliano.
Vorrei più chiarezza sul mio ruolo e sull’eventuale presunta esautorazione delle mie funzioni e competenze. E’ una questione di chiarezza per me e per tutta la mia cittadinanza che ha il diritto di sapere se, in questo momento così particolare, ha un Sindaco a mezzo servizio o meno. Perché qui non si sta mica giocando.
Perciò, vorrei provare a capirci qualcosa e a chiedere al mio Presidente:
- Precisamente qual è la norma che vieta la comunicazione ai sindaci delle persone contagiate sul proprio territorio? E di quelle rientrate dal nord, in quarantena o in isolamento fiduciario?
- L’art. 3 del DM del 25 marzo (che sul punto richiama quello analogo del 2 marzo) limita le ordinanze sindacali prescrivendo che: “I Sindaci non possono adottare, a pena di inefficacia, ordinanze contingibili e urgenti dirette a fronteggiare l’emergenza in contrasto con le misure statali”. Mi sembra una cosa diversa. Questo non significa che non debbano conoscere cosa accade nel loro territorio, giusto?
- Per caso è stato abrogato il DM 15 dicembre 1990 (in GU n. 6/1991) che, riconoscendo il Sindaco quale Autorità Sanitaria Locale, stabilisce che “permane l’obbligo di notifica da parte del medico di tutti i casi di malattie diffusive pericolose per la salute pubblica”?
- Il Presidente è a conoscenza della nota del 19 marzo del Dipartimento della Protezione civile che testualmente precisa che: “l’inoltro dei dati personali ai Comuni è necessario per garantire la doverosa assistenza alla popolazione bisognevole”?
- Il Presidente, che invoca la privacy, ha avuto modo di leggere le dichiarazioni del Garante a proposito dell’emergenza sanitaria? Quale norma o Autorità ha stabilito che nel bilanciamento di interessi tra salute pubblica e privacy debba prevalere la seconda? O si vuole semplicemente dire che i Sindaci sono ritenuti incapaci di trattare i dati e di garantire la giusta riservatezza?
- Comunicare, invece, una positività attraverso il bollettino regionale con un puntino sgranato sulla piantina del Comune interessato (magari come dice il Presidente di “500 persone”), è davvero una modalità più corretta ed adeguata? Siamo sicuri che, unitamente alla mancata e preventiva informazione al Sindaco, non crei più panico e preoccupazione tra le comunità locali?
- Il fatto che il Prefetto da qualche giorno comunichi alcuni dati ai Sindaci, seppur in forma parziale ed incompleta, non contraddice tutto questo?
Se ricevessi risposte puntuali ne sarei davvero grato. Immagino, insieme ai diversi Sindaci che come me hanno scritto queste cose anche con lettera ufficiale al Presidente ed al Prefetto. Oppure a tutti quelli del Salento che, non più tardi di qualche giorno fa, hanno diramato un comunicato ufficiale avanzando sostanzialmente gli stessi dubbi.
Sorvolo, infine, sull’infelice dichiarazione secondo cui i Sindaci “hanno in mano un apparato fantastico per poter lavorare bene con le loro comunità“.
Perché rischia di essere addirittura offensiva nei confronti di chi combatte sui territori a mani nude. O semplicemente frutto, appunto, della più fervida fantasia.
*fantàstico agg. [dal lat. tardo phantastĭcus, gr. ϕανταστικός] (pl. m. –ci). – 1. Della fantasia: capacità, potenza f.; virtù f. ovvero immaginativa (Varchi). 2. a. Più spesso, creato dalla fantasia, che è frutto di fantasia, o in cui ha parte prevalente la fantasia b. Che non ha fondamento se non nella fantasia, quindi irreale, immaginario.
Vocabolario Enciclopedia Treccani