Oggi, 19 dicembre 1882, Ralph De Palma nasceva a Biccari. Bisogna sempre grazie a chi ha contribuito a far scoprire al nostro paese un così illustre concittadino, restituendo alla storia dello sport italiano un protagonista assoluto. A Cominciare da Antonio Silvestre e Maurizio de Tullio.
Io lo faccio così, riproponendo un articolo di Geppe Inserra dal suo Lettere Meridiane. La penna mai banale di Geppe coglie il segno: Ralph torna a casa, torna a Biccari, ogni volta che viene ricordato.
Ralph De Palma lasciò il suo paese natale, Biccari, in provincia di Foggia, quando era bambino. Assieme alla sua famiglia cercò fortuna in America, e la trovò. Oltre oceano, diventò un mito: il pilota che nella storia delle quattro ruote avrebbe vinto più di ogni altro (2557 vittorie su 2889 gare, tra cui la leggendaria 500 miglia di Indianapolis), e l’uomo più veloce del mondo, con il record stabilito nel 1919 (241 km/h, più di quanto non facessero gli aerei dell’epoca).
La sua bella storia mi ha sempre fatto pensare ad Ulisse, che parte verso l’ignoto e vince la guerra di Troia. Come Ulisse, anche Ralph ha vinto. Per tornare ad Itaca, l’eroe greco ci mise vent’anni. Il ragazzo partito da Biccari per fare fortuna in America molti di più. Anzi, non sarebbe mai tornato se non fosse stato per il cinema, e per quei miracoli che solo la fabbrica dei sogni può operare.
“Ralph De Palma. L’uomo più veloce del mondo” è il docufilm di Antonio Silvestre che racconta le gesta del campione foggiano in un riuscito mix tra fiction e rigore documentaristico. Dalla partenza dalla Puglia, all’approdo in America, ai tanti successi, l’intera vita del campione viene ripercorsa alternando racconto, testimonianze, documentazione storica.
Un film di grande spessore che paga un debito di memoria. Di fatto, Ralph De Palma non è mai tornato nella sua terra. Il film di Silvestre ricuce la dolorosa cesura.
Per quanto incredibile possa sembrare, l’uomo più veloce del mondo è stato anche il protagonista del più clamoroso caso di “damnatio memoriae” della storia dello sport tricolore. Formalmente, Ralph è il campione italiano che ha vinto più di tutti, in tutti i tempi. Ma fino a qualche anno fa era praticamente sconosciuto in Italia.
Il velo d’oblio è stato sollevato da un gruppo di autori, editori, produttori coraggiosi e tenaci. In primis, Maurizio De Tullio, con il libro Ralph De Palma, Storia dell’uomo più veloce del mondo che veniva da Foggia, e dal suo editore, Angelo Renzulli, quindi da Antonio Silvestre, regista del docufilm, e dal suo coraggioso produttore, Mario Tani.
La pellicola è ricca di suggestione, come non t’aspetteresti da un documentario. Antonio Silvestre ha alle spalle una robusta esperienza cinematografica. È stato aiuto regista di cineasti del calibro di Giorgio Capitani, Alberto Sironi, Massimo Spano, Alessandro Aronadio, Luciano Melchionna, Giacomo Campiotti. È uno che con la macchina da presa ci sa fare e lo dimostra, dirigendo con mano sicura un cast tecnico di tutto rispetto (Simone Montedoro, Alessandro Tersigni, Vincenzo De Michele, Alessandra Carrillo, Andrea Rizzi), mantenendo in perfetto equilibrio narrazione e documentazione, con un ritmo incalzante, che conquista lo spettatore, dal primo all’ultimo fotogramma.
In un certo senso si tratta di un ritorno a casa anche per Silvestre, la cui famiglia è di origini biccaresi, e il cui cortometraggio d’esordio, La stagione dell’amore, anche questo prodotto da Mario Tani, venne girato a Biccari.
Come troppo spesso accade a film del genere, Ralph De Palma. L’uomo più veloce del mondo non è uscito in sala. È però distribuito per il noleggio o per l’acquisto dalle maggiori piattaforme di streaming: YouTube, Chili e da qualche settimana anche Amazon Prime Video. È stato presentato in anteprima a Biccari e alla Camera dei Deputati. Sta ottenendo un notevole successo di pubblico e di critica.