Sono poco più di 14 i milioni di euro messi a disposizione dalla Regione Puglia per la riqualificazione degli edifici scolastici nella Provincia di Foggia (BURP 46/2015). Decisamente pochi, se si considera anche che l’importo massimo finanziabile per un singolo progetto è di 1 milione.
Ad ogni modo, il rischio concreto è che neanche un centesimo arrivi sui Monti Dauni.
I criteri individuati dalla Regione, infatti, sono più che proibitivi per i Piccoli Comuni. Anzi, per dirla tutta, è addirittura possibile fare un pronostico sui Comuni finanziati.
All’articolo 7 del bando, difatti, sono indicati i criteri di selezione in base ai quali saranno valutati i progetti presentati dai vari Comuni pugliesi. Solo che questa è una gara dove non si parte alla pari. I Comuni, già individuati in apposito elenco, inseriti nell’area di maggior dispersione scolastica (con un indicatore da 0,00 a 20,00%) prenderanno ben 50 punti. Mentre soltanto 10 saranno i punti per i Comuni inseriti nelle aree intermedie ed appena 2 i punti per i Comuni appartenenti alle aree di minor dispersione scolastica (qui, ovviamente, è confluita la stragrande maggioranza dei Comuni dei Monti Dauni).
Il resto dei punti poi, fino ad un massimo di altri 50, saranno assegnati in base agli interventi finalizzati al conseguimento del certificato di agibilità (32) e a quelli mirati all’innalzamento del livello di attrattività dell’edifico scolastico in termini di funzionalità ed immagine (18).
Non sono numeri a casaccio. Dietro c’è una logica precisa. Basta farsi il conto ed il risultato è pressoché fatto. Un Comune, come il mio, inserito in un’area di minor svantaggio (perché nei Piccoli comuni la dispersione scolastica è oggettivamente inferiore … almeno questo!), nella “gara” con un altro Ente appartenente ad un’area di maggior svantaggio, parte da un parziale di 2 a 50. Svantaggio praticamente incolmabile con i restanti punti a disposizione (anche se Biccari prendesse tutti gli altri 50 punti ancora a disposizione, all’altro Comune ne basterà totalizzarne 3 su 50 per essere comunque davanti ed accaparrarsi le poche risorse stanziate).
Dopo il terno al lotto del click day (http://www.ilfossodihelm.com/sindaci-ribelli-parte-5-stefano-ceffa-ed-il-click-day/ e http://www.ilfossodihelm.com/una-repubblica-fondata-sul-gioco-dazzardo/), dunque, eccoci di fronte ad un’altra impresa impossibile per un Piccolo Comune.
In questo caso, tuttavia, non ci può appellare neanche alla Dea bendata. La sconfitta, matematicamente certa, arriverà a tavolino.
Ora, la scelta di finanziare (prioritariamente o esclusivamente) le scuole dei grandi centri urbani può avere anche una sua logica, condivisibile o meno. Perciò, da parte della Regione, sarebbe stato più rispettoso esplicitarla, spiegarla e motivarla. Dire tutto a chiare lettere, insomma. Senza mettere in scena una “gara” che non è tale ed un bando pubblico aperto a tutti ma, nei fatti, destinato a pochi.
Nel merito, poi qualcuno dovrebbe pur aprire una riflessione su questa scelta visto che le scuole pugliesi, notoriamente, cadono tutte a pezzi. E farsi qualche domanda del genere: I bambini che le frequentano non sono, forse, tutti uguali? È giusto penalizzarli solo perché vivono nei Piccoli Comuni? E, così continuando, non si rischia forse di aumentare in maniera irreversibile le differenze tra i territori? Ed ancora, non sarebbe stato più corretto selezionare le scuole da finanziare in base alle loro condizioni oggettive, alla loro anzianità di costruzione o al grado di inefficienze piuttosto che rifugiarsi dietro i dati delle assenze?
In attesa di risposte che non arriveranno mai, non resta che provarci comunque. E sperare nel miracolo. Che non è tanto quello di prendere il finanziamento, quanto quello di avere – in un prossimo futuro –semplicemente pari dignità e identiche possibilità.