La conferma arriva dall’indagine annuale di Cittadinanza Attiva: il costo dell’acqua non accenna a diminuire. Anzi, aumenta sempre di più. In media, di quasi il 6% all’anno. Di oltre il 61% in appena dieci anni.
Sono dati che dovrebbero far riflettere e suscitare grandi dibattiti politici. Ed invece, passano quasi inosservati. E questo è un bruttissimo segnale.
Anche in Puglia. La nostra regione è la quinta (dopo Toscana, Marche, Umbria ed Emilia Romagna) nella classifica delle tariffe più elevate e registra aumenti costanti negli anni. Nel 2007 una famiglia media con un consumo medio, secondo i dati di Cittadinanza Attiva, spendeva 299 euro. Diventati ben 435 nel 2015. In un solo anno, tra il 2014 ed il 2015, c’è stato un aumento medio della tariffa di 23 euro.
Come se non bastasse, tutti questi aumenti non sembrano essere giustificati neanche dagli investimenti effettuati. Le dispersioni della rete idrica in Puglia sono ancora superiori alla media nazionale (36% contro il 33%, con punte elevatissime del 51% a Bari e del 46% a Lecce) e negli ultimi dieci anni sono diminuite di appena il 4%. Niente a confronto degli aumenti propinati agli ignari cittadini.
L’aggravante pugliese, poi, è tutta nella normativa regionale (che nessuno si decide a cambiare). Mentre l’Europa considera legittimo non recuperare integralmente i costi in tariffa proprio in ragione della particolarità del bene acqua, l’art. 2 della L.R. n. 11/2011 legittima addirittura la possibilità che ci siano avanzi di gestione, prescrivendo “l’obbligo di reinvestimento nel servizio di almeno l’80% degli avanzi di gestione”, con il 20% che evidentemente può essere utilizzato a piacimento. Dello stesso tenore la L.R. n. 9/2001 (Istituzione dell’Autorità Idrica Pugliese) che all’art. 13 prevede che “una quota massima del 20% delle spese per il funzionamento dell’Autorità può essere a carico della tariffa del Servizio Idrico Integrato”, ovvero dei cittadini.
A questo punto non si possono più negare i danni che si stanno facendo negli ultimi anni. Da una parte abbiamo cittadini sempre più spremuti, dall’altra carrozzoni costosissimi con gestioni tutt’altro che trasparenti e democratiche. Con la politica che non sembra essere disponibile a studiare soluzioni alternative (che pure ci sono) e lo spettro delle privatizzazioni sempre più in agguato…