Nella consueta e ricca proposta culturale dell’Estate Biccarese spicca, quest’anno, la presentazione de “La lingua madre di Biccari” (Gennaro Lucera e Giuseppe Osvaldo Lucera, ed. Youcanprint, 634 pagg., € 42,00).
Il prossimo 16 agosto, infatti, i due autori ed animatori dell’Associazione Terra di Mezzo consegneranno alla comunità locale la loro ultima immane fatica: un’ampissima raccolta di vocaboli, coniugazioni e locuzioni del dialetto biccarese. Raccogliendo e catalogando centinaia e centinaia di parole ed espressioni, gli autori hanno avuto il grande merito di recuperare e conservare quel grandissimo patrimonio identitario e culturale rappresentato dal nostro dialetto. Ma, a ben vedere, la loro non è solo una lunga e potente operazione di conservazione e custodia. C’è molto altro. A cominciare dalla passione viscerale per la propria Terra, dal bisogno di continuare un ormai consolidato percorso culturale che ha pochi eguali dalle nostre parti, fino alla confessata speranza di salvare dall’oblio il grande tesoro della nostra lingua scritta e parlata. Ecco perché la presenza di questo grosso e straordinario volume nelle librerie e biblioteche dei biccaresi assumerà un significato in più. Sarà testimonianza concreta dell’appartenenza a qualcosa di più antico e grande di tutti noi. Ad una Terra, ad un Popolo, ad una Storia. Perché, come diceva Giacomo Devoto, non avere un dialetto è come essere un mutilato. Ti manca qualcosa.
Per il resto, a me piace pensare che non sia un caso che questa straordinaria opera prenda vita adesso, nel nostro tempo e nel mezzo di una stagione culturale feconda e stimolante come poche altre nella storia di Biccari.
Così come penso che custodire, proteggere e valorizzare i dialetti sia parte di un più ampio e doveroso impegno volto alla difesa e salvaguardia dei Piccoli Comuni, delle aree interne e minori, della storia, delle tradizioni e dell’identità. Per sempre grati, dunque, a Gennaro Lucera e Giuseppe Osvaldo Lucera.