In questa italietta può capitare e capitarti davvero di tutto. Mi viene da dire, specialmente se sei così folle da aver deciso di fare il Sindaco nel tuo Piccolo Comune.
Già perché nel Paese che strapaga e stravizia i politici che vivacchiano nelle Camere o nelle Regioni, la scure della stupida burocrazia (ma anche della malagiustizia) spesso si abbatte proprio su quelli che provano a fare andare avanti le cose con le proprie modeste forze, su quelli che magari ancora credono nella passione civica e, in definitiva, su quelli che si fanno il mazzo.
L’ultimo esempio in ordine cronologico è quello di Massimo Caravaggio, il sindaco di Gombito (630 abitanti in Provincia di Cremona) multato perché ha “osato” potare le piante del parco comunale volontariamente e gratuitamente per non gravare sulle casse pubbliche.
“Pensavo che fare un’opera di volontariato per il mio paese fosse un gesto di generosità civica”, ha detto il Sindaco che, in cambio, si è beccato tremila euro di multa dall’Ispettorato del Lavoro sollecitato dalla minoranza (perché ovviamente poi ci mettiamo anche del nostro …).
Soltanto chi ha esperienza diretta e chi conosce la vita degli amministratori dei Piccoli Comuni può comprendere Massimo Caravaggio o magari avere notizie di Sindaci, Assessori e Consiglieri comunali (io ne conoscevo UNO…) che dalla mattina alla sera si trasformano in operai, manutentori, giardinieri, spazzaneve, autisti (ricordate il caso del sindaco di Zapponeta) e persino cuochi, montatori di palco e chi più ne ha, più ne metta (non vi dico cosa è capitato di fare a me).
Persino l’ANCI si è sentita in dovere di intervenire scrivendo una lettera al ministro Costa in cui si esprime preoccupazione e incredulità per l’accaduto: “Un sindaco – ha scritto – soprattutto se di un piccolo Comune, è prima di tutto un volontario civico. Una persona che vive ogni giorno (gratuitamente o quasi) al servizio della propria comunità e ne assume le relative responsabilità con il solo scopo di renderla migliore, più vivibile, più accessibile e più efficiente. Un sindaco, di norma, non si tira indietro se bisogna salvaguardare la propria comunità e lo fa anche andando oltre e, rimboccandosi le maniche, compie azioni che non gli competono direttamente per il ruolo rivestito ma che riguardano il Comune, quale presidio pubblico fondamentale. Questo avviene anche perché le risorse finanziarie sono notoriamente limitate e insufficienti, il personale è esiguo e i lavori da fare a dir poco molteplici”.
Guai, però, a considerare quello che accaduto come un episodio singolo e singolare. Non è una cosa bizzarra e basta. È il segno della distanza che c’è tra il paese reale e le burocrazie. Dovrebbe essere compito dei politici professionisti accorciare queste distanze. Ma che ne sanno loro …