Molti sindaci di Piccoli comuni italiani, oggi, in occasione della Festa della Repubblica, hanno parlato ai loro concittadini con una lettera predisposta dall’ANPCI e che qui di seguito riporto:
Cari cittadini,
martedì due giugno ricorre la “FESTA DELLA REPUBBLICA” di cui I PICCOLI COMUNI sono tassello fondamentale. La Costituzione italiana, all’articolo 114, stabilisce che “la Repubblica è costituita da Comuni,…..”. Approfitto della vostra gentile disponibilità per rappresentarvi il grido di dolore inascoltato di noi Sindaci dei PICCOLI, ma grandi, COMUNI massacrati dai governi che si sono succeduti dal 2011 ad oggi e che scientificamente hanno deciso di sopprimere definitivamente le nostre piccole, virtuose comunità locali attraverso, principalmente, due operazioni congiunte:
A) I continui tagli ai trasferimenti di risorse economiche che ci obbligano a ridurre i servizi minimi indispensabili;
B) L’accorpamento obbligatorio delle funzioni fondamentali che non genera risparmi, ma costi aggiuntivi e che non produce alcun effetto positivo sui nostri piccoli comuni, perché, come dimostrano i dati, non migliora la gestione del territorio, ma lo desertifica incrementando lo spopolamento. Addirittura si parla di ridurre i comuni dagli attuali 8046 a 2500 attraverso unioni e fusioni da 15.000/20.000 abitanti in su! Se così fosse, non potremo più garantirvi i servizi che attualmente eroghiamo ed il nostro comune diventerebbe una piccola frazione. Una frazione dalla quale dovrete spostarvi per qualsiasi necessità. Tutta questa operazione, che la nostra amministrazione sta contestando aspramente, non porterebbe ad alcun risultato in termini di risparmio di costi, ma creerebbe disagi gravissimi a tutta la nostra popolazione, in specie alle fasce più deboli: bambini ed anziani.
Nel 2011 lo Stato ci trasferiva a titolo di assegnazioni da federalismo municipale euro 879.539,24, oggi ne trasferisce euro 291.009,73 a titolo di fondo di solidarietà. Abbiamo dunque subito tagli per ben 588.529,51 euro. Tale situazione ci ha obbligato, così, a tassare VOI per poter mantenere i servizi. Sappiate che l’IMU, che siamo costretti a prelevare dalle vostre tasche, in buona parte dobbiamo trasferirla allo Stato e non resta pienamente a disposizione delle casse del nostro comune.
L’attuale spesa dei piccoli comuni non è più ulteriormente comprimibile. La stessa Corte dei Conti, che vigila sulla spesa dei Comuni, segnala che ai Comuni è stato chiesto uno sforzo di risanamento non proporzionato all’entità delle loro risorse a vantaggio del governo centrale. Infatti nel 2014:
· All’Amministrazione dello Stato, che spende il 60% delle risorse, è stato imposto un taglio pari a € 700 milioni;
· Alle Regioni, che spendono il 21% delle risorse, è stato imposto lo stesso taglio di € 700 milioni;
· Ai Comuni, che spendono l’ 8% delle risorse, è stato imposto il medesimo taglio di € 700 milioni.
Un taglio così lineare e sperequato non si era mai visto ed è nuovamente previsto nella legge di stabilità del 2015. Inoltre occorre sapere che nel 2014 i dati Istat dicono che il debito dello Stato è aumentato di 13,6 miliardi di euro, mentre quello degli enti locali è diminuito di 0,9 miliardi di euro. Quindi mentre noi, da un lato, contribuiamo al risanamento della spesa pubblica continuando a risparmiare, dall’altro lato lo Stato continua a tagliaci le risorse.