Ogni tweet che scrivi può essere utilizzato contro di te. Se c’è una regola non scritta nell’utilizzo, spesso improvvido, dei social in politica è proprio questa. E, da profondo conoscitore ed utilizzatore del mezzo, dovrebbe saperlo bene anche e soprattutto il premier Renzi.
E così parte proprio da un tweet del Presidente del Consiglio il nuovo ordine del giorno a sostegno dei Piccoli Comuni predisposto in questi giorni dall’ANPCI.
Alle ore 16:15 del 12 novembre del 2013, fanno notare dall’Associazione Nazionale de Piccoli Comuni, Matteo Renzi dichiarava via twitter che: “questa storia che i Piccoli Comuni sono il problema dell’Italia non mi convince per niente. Non mi direte mica che lo spreco in Italia sono i piccoli comuni? Gli sprechi sono a Roma e nelle Regioni”.
Ai 140 caratteri, però, non sono seguiti i fatti. Anzi, la situazione degli enti di minore dimensione demografica (spesso ubicati in montagna o in aree svantaggiate) si aggrava sempre di più. Perciò, i Sindaci ci riprovano.
Nonostante queste belle parole, ammoniscono i Sindaci, i Piccoli Comuni continuano a subire tagli talmente ingenti dal Governo centrale da mettere in discussione anche l’erogazione dei servizi basilari ai propri cittadini.
“Il Governo – si legge nell’OdG – non ha tenuto conto dell’incidenza di alcune spese incomprimibili” e continua ad ignorare che molto spesso i Piccoli Comuni hanno, grazie alla loro virtuosità, disponibilità di risorse rese inutilizzabili solo a causa dei vincoli posti dal Patto di Stabilità.
Il grido di dolore dei Piccoli, inoltre, prosegue citando l’irrazionale obbligo di gestione in forma associata di tutte le funzioni obbligatorie (dal prossimo 1° gennaio), l’ulteriore obbligo (dal 1° settembre) di avvalersi di una Centrale Unica di Committenza anche per gli acquisti di lievissima entità e, per finire, con il richiamo ai tagli del fondo di solidarietà che, ancora una volta, fanno pagare ai Comuni il prezzo più alto.
Per tali ragioni, e ricordando maliziosamente il tweet scritto nel 2013, i Sindaci dei Piccoli Comuni chiedono a Renzi di essere coerente con quanto dichiarato e quindi di impedire il definitivo collasso dei Comuni con popolazione inferiore ai 5 mila abitanti.
Tra le misure suggerite al Premier, il blocco dei tagli ed il ripristino dei trasferimenti erogati prima del 2011, l’eliminazione del Patto di Stabilità a partire dal 2016, la possibilità di utilizzare l’avanzo di bilancio per gli interventi urgenti e per offrire possibilità di lavoro alle imprese operanti nel proprio territorio, l’abolizione dell’associazionismo obbligatorio delle funzioni ed il mantenimento dell’affidamento diretto per gli acquisti di beni e servizi per importi fino a 40.000,00 euro e per lavori fino a 207.000,00 euro.
Tutte cose possibili e di buon senso. Soprattutto se si parte dal presupposto che i Piccoli Comuni non sono il problema dell’Italia…