Ti fregano cominciando dal nome. Perché di solidale, nel fondo destinato ai Comuni dal Governo non c’è proprio niente. Così, subito dopo la pubblicazione dei dati da parte del Ministero dell’Interno, è partito il coro di proteste dei Sindaci di tutt’Italia che, da Nord a Sud, parlano di “salasso”, “stangata” o addirittura “furto”. Giacomo Chiappori di Diano Marina, ad esempio, per protesta si è dimesso dal direttivo di Anci Liguria (“si tratta di un organo politicizzato che non difende i piccoli Comuni”). Ugo Frascherelli, Sindaco di Finale Ligura appare quasi rassegnato: “stavamo lavorando ad un progressivo abbattimento dell’imposizione fiscale. Questo taglio ulteriore del fondo ci rompe le uova nel paniere.
Gli Enti locali stanno subendo un piano di spending review molto pressante e a farne le spese come sempre i piccoli comuni e di conseguenza i suoi cittadini. Anni di mala politica a livello nazionale e di una gestione scellerata stanno riversandosi su tutti gli italiani. La rotta deve per forza cambiare, altrimenti molti primi cittadini restituiranno le chiavi delle loro Città al Governo centrale, causa il default”. Da Anacapri, fa sentire la propria voce il Sindaco Franco Cerotta che ha scritto una lettera a Renzi per denunciare le “drammatiche conseguenze dei tagli”.
La sensazione, però, è che oltre i nostri comunicati stampa ripresi da qualche quotidiano locale, la gravità della cosa sfugga al dibattito politico nazionale. Perché, se Renzi non sembra preoccuparsi minimamente di rispondere ai tanti appelli dei Primi Cittadini, dall’altra, giornalisti e leaders politici parlano tra loro e di tutt’altro. Ai Sindaci arrabbiati, al massimo, riservano qualche comparsata nei vari collegamenti (spesso ai limiti del folklore) che di tanto in tanto vengono organizzati nei Comuni del Nordest con l’inviato circondato da imprenditori giustamente esasperati.
Eppure, il tema meriterebbe di essere affrontato innanzitutto sul terreno della serietà e della giustizia. È serio annunciare che non ci saranno nuovi tagli ai Comuni e poi tagliare loro il 30% di trasferimenti statali? È giusto (politicamente ed eticamente) sostenere che il Governo non aumenterà nessuna tassa sapendo che, in virtù di quanto sopra, saranno i Sindaci a doverlo fare? Ed aggiungo, è normale che di tutto questo Renzi non venga chiamato a dar conto (in maniera efficace) da nessuno?
Intanto, in un suo recente studio, la CGIA di Mestre (che di solito azzecca questo tipo di previsioni) sostiene che, a causa della riduzione del fondo di solidarietà, nel 2015 aumenteranno sia IMU che TASI, in molti casi per fornire il medesimo livello di servizi alla cittadinanza offerti nell’anno passato.
Come dire: tra un selfie e l’altro è in arrivo l’ennesima batosta per i cittadini. Con i Sindaci usati come meri esecutori materiali. Già, ma fino a quando?