Un libro di amore e di rabbia. “Deve essere difficile”, dicono o pensano tutti quando vedono il padre cinquantenne che si trascina un ragazzone autistico a basso funzionamento. Poi basta, poi tutto passa, poi tutto scivola nell’indifferenza e resta solo la solitudine di quei due condannati a fine pena mai. Fino a quando la macchina si ferma “in uno dei tanti paesi di pietra bianca, una chiesa messa in alto, poi come un presepe scolorito tutto il resto, una manciata di abitazioni perlopiù chiuse”. E lì, proprio lì, dove l’abbandono sta prendendo il sopravvento, dove sembra non succedere mai niente, che succede qualcosa. Perché nel nulla del dentro e del fuori, in quel luogo senza futuro c’è ancora qualcuno capace di attenzione. Per carità, Alla fine non vince nessuno, perché non c’è niente da vincere. Ma qualcosa succede. Un abbraccio, ad esempio.
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