Da tempo, insieme a tanti Sindaci di Piccoli Comuni (senza distinzioni politiche) denuncio il “mostro” creato dalla Regione Puglia per la gestione associata dei rifiuti*. Da ultimo, ne abbiamo parlato in un costruttivo ed opportuno incontro con S.E. il Prefetto di Foggia ricevendo comprensione ed ascolto.
L’accorpamento irrazionale e disomogeneo dei Comuni pugliesi in Ambiti di Raccolta Ottimale, l’elefantiaca organizzazione in ATO provinciali tutti sbilanciati sui grossi centri per via del voto ponderato, la sciocca cancellazione delle progettazioni precedenti, l’azzardato blocco di tutti gli affidamenti per la gestione dei rifiuti, l’assenza a monte di infrastrutture adeguate, la gestione emergenziale delle discariche, la mancanza di una programmazione decente, l’aumento spropositato dei costi per i cittadini, i bandi di gara da 66 milioni di euro predisposti anche per aggregazioni di Comuni piccoli e piccolissimi, sono solo alcune delle “perle” collezionate da una Regione che agli esordi di Vendola (sembra un’era fa!) prometteva rifiuti zero, ecologia e … libertà e che invece è balzata alla testa della classifica nazionale per numero e diversità di eco-reati.
Progressivamente, la strategia (??) regionale è stata smontata pezzo per pezzo a colpi di ricorsi ed impugnazioni. Dapprima, l’allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitiano, accogliendo il ricorso del Comune di Martignano, ha bocciato la perimetrazione degli ARO effettuata dalla Giunta Regionale senza tener conto delle Unioni di Comuni già istituite (“Se il legislatore regionale subordina espressamente l’operatività dell’Aro alla circostanza che i Comuni inclusi nella sua perimetrazione si costituiscano in Unione di Comuni – si legge nella bacchettata di Napolitano – risulta che la perimetrazione degli Aro medesimi deve avvenire avuto riguardo alle Unioni già esistenti, se non altro per il generale principio dell’economicità dell’azione amministrativa”).
Successivamente, l’Autorità Nazionale Anti Corruzione ha censurato la legge regionale n. 24/2010 nella parte in cui ha vietato ai Comuni pugliesi di indire nuove gare per la gestione dei rifiuti in attesa del subentro del Gestore Unico degli ARO, dando luogo ad una lunga e grottesca fase di incertezza in cui i Comuni sono rimasti al guado tra una norma regionale vigente ma contraria alla libera concorrenza ed una deliberazione dell’ANAC di senso diametralmente opposto. Della serie: quale disposizione violare e quale eseguire? In ogni caso, si sbaglia!
Oggi, il cerchio si è chiuso con la clamorosa sentenza del TAR che, dando ragione a ben 51 Comuni leccesi, ha bocciato l’Ecotassa voluta dalla Regione Puglia che, a questo punto, rischia di dover restituire gli oltre venti milioni di euro fatti pagare ingiustamente ai cittadini dei Comuni non in linea con gli obiettivi di raccolta differenziata.
Lapidario, a tal proposito, il commento del consigliere regionale Andrea Carappo che ha definito l’ecotassa come “quella leva fiscale ingiusta che la Regione Puglia ha introdotto per sanare le falle della sua pessima programmazione anche in tema di rifiuti”, per poi così argomentare: “Hanno voluto premere sui Comuni per la raccolta differenziata spinta che ha dei costi elevati sempre pagati dai cittadini, senza sostenerli e con una grande promessa mancata, le cui conseguenze sottendono al caos in cui ci troviamo”.
Sarebbe sbagliato, tuttavia, leggere questo ennesimo inciampo (eufemismo) della Regione solo con la lente (peraltro distorta) della polemica politica. La tematica dei rifiuti, infatti, è materia complessa ed articolata che richiede un approccio realistico, concreto ed oggettivo. Dunque non propagandistico.
Per altro verso, però, non si può non sottolineare come quasi tutti gli ARO pugliesi siano commissariati, come da più parti monti la protesta dei Sindaci per lo smisurato aumento dei costi, come la stragrande maggioranza dei Comuni (specie della Provincia di Foggia) sia ancora lontana dagli obiettivi minimi di raccolta differenziata ed, infine, come i pochi enti “virtuosi” abbiano deliberato “prima” della sciagurata L.R. n. 24/2012 o, a proprio rischio e pericolo, fuori dal perimetro normativo costruito dalla Regione.
L’auspicio, pertanto, è che la nuova Giunta Regionale (con il Presidente Emiliano che deve ancora chiarire certe dichiarazioni non proprio felici che spopolano su youtube) faccia tesoro delle tante bocciature subite e blocchi immediatamente la fallimentare esperienza degli ARO per individuare un nuovo percorso, magari con un coinvolgimento maggiore dei Sindaci. Che la differenziata la vogliono fare. Ma senza svenare la propria gente.