A cosa serve un Comune? A tutto, mi viene da dire. Ma sono di parte. Secondo il Governo, invece, a poco o niente. Anzi, forse è addirittura dannoso. Specie se piccolo, montano o interno.
Inutile richiamare la Costituzione, la sovranità popolare, il solenne riconoscimento delle autonomie locali. La sostanza è ben altra. Almeno se si considerano le cose veramente importanti e quelle che generano economie, come l’erogazione dei servizi pubblici locali.
Se pensate che sia il solito esagerato, provate a leggere i decreti attuativi della Riforma Madia. Magari senza passare dai resoconti tutti rose e fiori della solita ANCI.
Con un po’ di attenzione scoprirete CHI nei prossimi anni si dovrà occupare della vostra acqua, dei vostri rifiuti, del trasporto pubblico, del gas e di tutti “i servizi erogati o suscettibili di essere erogati dietro corrispettivo economico su un mercato, che non sarebbero svolti senza un intervento pubblico o sarebbero svolti a condizioni differenti in termini di accessibilità fisica ed economica, continuità, non discriminazione, qualità e sicurezza, che i Comuni e le Città Metropolitane, nell’ambito delle rispettive competenze, assumono come necessari per assicurare la soddisfazione dei bisogni delle comunità locali, così da garantire l’omogeneità dello sviluppo e la coesione sociale”.
Non certo i vostri Comuni, come fanno ora. Non certo i vostri rappresentanti, quelli che votate, che conoscete e che incontrate ogni giorno. Se ne occuperanno delle entità astratte, impersonali, lontane da voi e dal vostro territorio che poco o nulla hanno di democratico e trasparente. Se ne occuperanno gli Ambiti Territoriali Ottimali. Carrozzoni con personalità giuridica propria ed estensioni definite dalle Regioni e comunque con non inferiori al territorio provinciale “anche al fine di agevolare i processi di aggregazione fra i gestori” (certo).
Naturalmente diversi Governatori hanno già fatto sapere di essere intenzionati a fare ambiti unici per gli interi territori regionali. Che anche le ex province sono troppo piccole per chi sogna in grande. Il nostro Emiliano, ad esempio, ha recentemente lanciato l’idea del Gestore Unico dei rifiuti per tutta la Puglia. Che si aggiungerebbe al Gestore Unico per l’acqua. Ma lo stesso pensiero (unico, come il gestore) circola in Toscana, nelle Marche ed in tante altre Regioni.
Ed i Comuni? I vostri rappresentanti democraticamente eletti? Tranquilli, vi dicono, parteciperanno obbligatoriamente agli Ambiti Ottimali. Certo, ma con il voto ponderato in base al numero degli abitanti. Come per le SPA, con i pesci grandi che mangiano i pesci piccoli. Ed i pesci piccolissimi che contano lo zero virgola.
Oh, badate bene! Nel perverso meccanismo messo in circolo dal Pensiero Unico nessuno può permettersi di essere contrario e di obiettare che le esperienze degli ATO sono fallimentari ovunque. Che hanno determinato peggioramenti nei servizi ed aumenti nelle tariffe praticamente dappertutto. Che hanno ridotto i cittadini elettori ad essere semplici utenti pagatori. Queste cose non si possono dire. Non sono chic. Non sono politicamente corrette. Non sono abbastanza moderne. Perciò ne sentirete parlare sono bene di questi cosi chiamati ATO. Economie di scale, efficacia ed efficienza, reti e sinergie. Tutto positivo.
Non vi diranno per chi, però. Lo scoprirete poi. Dopo la grossa gestione unica, per il grosso gestore unico, per grosso affare unico. Ma non sarà certo il vostro.