C’è un piccolo spazio in questo piccolo blog dedicato ai libri. Ai miei libri. A quelli che leggo, che mi colpiscono in modo particolare e che desidero condividere e suggerire. Senza pretesa alcuna.
L’ultimo della serie è “Benedetto XVI. Ultime conversazioni” curato dal giornalista tedesco P. Seewald (Garzanti ed., p 235). Si tratta di una lunga intervista al Papa Emerito che, senza scadere nella biografia, ripercorre tutte le tappe più importanti della vita di Joseph Ratzinger.
Un po’ pesante nella parte dedicata a tutti i teologi e professori incontrati via via Ratzinger (con nomi che a noi comuni mortali non dicono assolutamente nulla), ma sempre più interessante quando il discorso si sposta sull’elezione al soglio pontificio, sulle dimissioni e sul legame con Papa Francesco. Di straordinario spessore, poi, le pagine dedicate all’ultima tappa della vita di Benedetto XVI ed alla sua consapevolezza di essere “in cammino per giungere al cospetto di Dio”.
Non nascondo, tuttavia, che la motivazione che mi ha spinto a comprare e leggere il libro è nell’estrema curiosità di avere più notizie, in questo caso di prima mano, sull’evento storico e straordinario delle dimissioni. Ho trovato, esattamente come immaginavo, un’analisi lucida e serena di Benedetto XVI. La voglia di ribadire, con fermezza ed al tempo stesso con umiltà, le ragioni di quel gesto così estremo. Nessuna fuga rispetto a problemi irrisolvibili o scandali che pure non sono mancati durante il pontificato. Nessuna pressione divenuta insostenibile. Ma solo, si fa per dire, la rivoluzionaria concezione che anche un Papa ha dei limiti, che persino il Pontefice non è indispensabile essendo prima di tutto un “servitore”.
In un mondo in cui in troppi si credono potenti ed indispensabili, un insegnamento non da poco.