Un articolo di Alessia Maccaferri (http://nova.ilsole24ore.com/progetti/le-aree-interne-rialzano-la-testa/) sintetizza, meglio di tanti altri discorsi, cosa si può (si deve) fare per le Aree Interne. Che poi sarebbero i piccoli comuni rurali e di montagna. Quelli, per intenderci, che molti hanno scoperto essere belli purtroppo solo dopo che sono andati in televisione per il terremoto (sull’argomento segnalo un altro bellissimo articolo di Flavia Perina: (http://www.linkiesta.it/it/article/2016/10/30/da-amatrice-a-norcia-quella-grande-bellezza-che-ci-commuove-solo-quand/32239/.).
Macaferri, invece, dimostra di conoscere molto bene queste realtà. Ed ha avuto il pregio di parlarne da un’angolatura nuova. Dal protagonismo dei cittadini, dalle comunità resilienti, dalle capacità di reazione dimostrata in diverse occasioni dalle popolazioni di queste aree troppo velocemente date per perdute, spopolate, abbandonate.
Perché, per rialzare la testa, le Aree Interne devono ripartire dai cittadini. E la Politica (se vuole occuparsi seriamente della questione) deve rimettere al centro i cittadini. Non le procedure, non i bilanci, non i numeri… i cittadini. Si tratta di una cosa semplice e rivoluzionaria insieme.
A ben guardare, è lo stesso concetto espresso dal Sindaco di Amatrice alla Camera dei Deputati (https://www.youtube.com/watch?v=g3QL0ThynFA). Sergio Pirozzi avrebbe potuto approfittare dell’occasione per fare l’elenco delle troppe cose che servono al suo Comune, per chiedere, chiedere, chiedere. Ed invece, ha utilizzato gran parte dei quattro minuti a disposizione per dire concetti importanti per tutti i Piccoli Comuni italiani: “la Politica si è indirizzata sui numeri penalizzando i borghi”.
Ed allora puntare i riflettori sulle Aree Interne può aiutare a scoprire le belle esperienze raccontate da Macaferri. I giovani che decidono di ritornare alla terra magari rinunciando ad un lavoro sottopagato in città. Le Cooperative di Comunità di che hanno risposto ai bisogni collettivi, rigenerando territori, economie e relazioni. Il caso di Succiso e di Cerreto Alpi e Trate dove i cittadini gestiscono i servizi pubblici locali. Non gli ATO ed i carrozzoni.
Se la Politica (anche locale) avrà la capacità e la lungimiranza di comprendere che ci sono modelli alternativi, che si possono immaginare sperimentazioni e piccole oasi fuori dalle logiche di mercato, la gente delle Aree Interne ce la farà. Di sicuro. Perché ha il capitale più importante: la Comunità.
PS: in foto uno scorcio di Celle di San Vito, il paese più piccolo della Puglia, postato in rete da https://lanterneweb.wordpress.com/2014/04/07/monti-dauni-da-scoprire-in-bicicletta/