Gentili concittadini,
la nostra gestione dell’acqua non sarà perfetta. Abbiamo perdite e rotture idriche frequenti. Avremmo bisogno di investimenti sulle reti (c’è un parco progetti da spavento in Comune) e di rinnovare gran parte delle nostre condutture, come stiamo facendo in questi giorni in Via Roma e Via Lippi. Ma è nostra. Facciamo quel che possiamo e nessuno ci lucra, ci “mangia”.
La nostra gestione in economia ci consente di avere acqua buona (tranne in campagna elettorale, ma anche questo è il bello del Paese…) e tariffe basse. Infinitamente più basse di quelle applicate dall’Acquedotto Pugliese. Abbiamo un servizio manutenzione che pur sprovvisto di grandi mezzi è sempre sul pezzo, disponibile ad intervenire in qualsiasi momento e vicino ai cittadini.
Qualsiasi biccarese, in caso di necessità, sa con chi deve parlare. Non c’è un numero verde con tanto di musichetta dall’altra parte della cornetta, ma una persona reale e conosciuta. Non si sfugge.
Ogni anno, al momento della definizione delle tariffe (che non subiscono aumenti da moltissimi anni), i cittadini sanno chi decide, quando decide e come decide. Possono valutare l’operato degli amministratori. E regolarsi di conseguenza. Si chiama democrazia.
Il modello alternativo che ci viene imposto oggi è di tutt’altra natura. Le tariffe aumentano ogni anno e non si sa neanche il perché. La stragrande maggioranza dei pugliesi neanche sa chi prende queste decisioni. I politici, quando parlano di acquedotto, ragionano anche e soprattutto di società per azioni, utili, ricavi, multi-utility ed addirittura multinazionali. Tutte cose (fortunatamente) molto distanti da noi.
Perciò abbiamo deciso di promuovere una petizione popolare. Perché la nostra gente sappia e prenda posizione. Magari non servirà a molto. Magari sì.
Già una volta c’è stato un tentativo da parte della Regione di requisire tutte le reti idriche dei piccoli comuni e di portarle sotto il grande gestore unico dell’ATO. Anche in quella occasione, il Consiglio comunale dell’epoca fu costretto – come il nostro – ad approvare il protocollo predisposto dall’alto (da Fitto). Era il 2002 e l’allora Sindaco Picaro, nonostante la sua contrarietà a più riprese ribadita, il 20 dicembre fu costretto a firmare la convenzione. Poi, grazie a Dio, non se ne fece più nulla.
Oggi ci riprova il Governo Renzi con lo Sblocca Italia. Il Consiglio comunale (sotto il ricatto della responsabilità erariale dei suoi componenti*) è stato costretto ad approvare il protocollo con l’Acquedotto Pugliese. Ma il passaggio forzato (o esproprio) ancora non si concretizza. Occorre una mia firma sul verbale di consegna. Firma che non voglio mettere.
Prima devono esprimersi i cittadini biccaresi attraverso la petizione. Prima, l’Autorità Idrica regionale deve rispondere alla mia richiesta di mantenimento della gestione in autonomia ai sensi del c.d. Collegato Ambientale. Deve risponderci e motivare un eventuale rifiuto. E se le motivazioni non ci soddisferanno ed i cittadini vorranno, andremo al TAR e vedremo chi ha ragione.
Nel frattempo, sempre se i cittadini vorranno, proveremo a sollecitare un dibattito politico, mandando le nostre firme (e quelle degli altri Comuni che si stanno unendo) al Presidente della Regione, ai consiglieri regionali, ai parlamentari pugliesi, ai comitati dell’Acqua e a tutte le associazioni che si occupano di questi temi. Non diciamo e non chiediamo cose fuori dal mondo.
L’Onorevole Realacci (PD, ex Legambiente) nella sua proposta di legge riconosce ai Comuni con popolazione fino a 3.000 abitanti la possibilità di gestire l’acqua in autonomia ed economia. L’Onorevole Daga (Movimento 5 Stelle) propone il superamento dei fallimentari ATO. Il Parlamento Europeo, nella sua risoluzione dell’8.09.2015 auspica che i Comuni tornino ad essere protagonisti nella gestione dell’acqua e che per questo vengano anche sostenuti economicamente dai Governi e dall’Europa. La Corte di Giustizia Europea con la sentenza 525/12 ha sancito che non è affatto obbligatorio recuperare tutti i costi in tariffa (come avviene con l’Acquedotto Pugliese che addirittura ammette la possibilità che ci siano ricavi …). La Dichiarazione di Napoli del 13.06.2015 chiede che la gestione dell’acqua sia locale, comunale e pubblica. Perché l’acqua non è un bene qualsiasi. Non è un prodotto commerciale al pari di altri. Perché l’acqua è un diritto (Right2Water).
Perciò, attenzione. Non diciamo solo NO. E non diciamo solo NO perché ci conviene. Diciamo NO alla gestione dell’acqua che ci vogliono imporre perché sappiamo quello che non vogliamo. Ma sappiamo anche in quale direzione vogliamo andare. Meglio, decisamente meglio, se tutti insieme.
Biccari, 27 giugno 2016
Il Vostro Sindaco
Gianfilippo Mignogna
*pensate che strano paese è diventata l’Italia. Amministratori locali che prendono (quando li prendono…, nel nostro caso tutti i consiglieri di Biccari Cambia hanno rinunciato al gettone) 120 euro all’anno, devono rischiare di essere considerati responsabili erariali (dunque pagare di tasca propria) per le delibere che adottano o non adottano. Chi a Bari o a Roma prende oltre 10 mila euro al mese… non è mai responsabile di niente.