Lo Stato umilia i Piccoli Comuni con trasferimenti ridicoli e con provvedimenti vessatori costringendo i Sindaci a diventare i suoi esattori sul territorio. Per questo, abbiamo deciso di dare un segnale forte alla nostra cittadinanza e all’opinione pubblica. Avanti di questo passo, non resta che chiudere i Municipi, per davvero. Non è solo una provocazione, la nostra. E’ un grido di allarme. Un appello accorato al Governo affinché interrompa immediatamente questo stillicidio di norme, vincoli, patti e tagli che sta sfiancando gli Enti locali ed il territorio. C’è un sentimento di impotenza e mortificazione che accomuna tutti i Primi Cittadini d’Italia e che non può essere più ignorato. Non è un caso, infatti, che all’iniziativa del prossimo 2 ottobre abbiano già aderito in tanti. Così come non è un caso che, in tutto il Paese, si moltiplichino testimonianze di Sindaci coraggiosi ed orgogliosi (alcune delle quali raccontate in questo blog) volte a difendere il sistema delle autonomie locali ed il diritto dei propri cittadini di vivere nei loro Piccoli Comuni. E se qualcuno pensa di poterci fermare con la minaccia di una denuncia per “interruzione di pubblico servizio” allora non ha capito proprio niente. I pubblici servizi, in realtà, sono interrotti o messi seriamente a rischio da chi affama i territori, da chi sottrae risorse alle periferie, da chi taglia ospedali e tribunali ed, al tempo stesso, compra aerei milionari. Non certo da chi, pur essendo abbandonato dallo Stato, prova a servire le Istituzioni e, soprattutto, la propria gente. Ogni giorno e a mani nude.