Mi è successo di leggere il bellissimo articolo che Andrea Scanzi, giornalista de Il Fatto Quotidiano e volto noto della TV, ha dedicato ai Monti Dauni sull’edizione cartacea del suo giornale lo scorso 26 agosto. Non so cosa lo abbia portato nelle nostre Terre. Quello che so, però, è che la sua reazione consegnata alla cronache è simile a quella avuta da tutti quelli che da noi ci vengono o ci capitano. Perciò credo sia il caso di parlarne.
Nel suo pezzo, infatti, Scanzi ha descritto l’autentico “calvario stradale” che occorre subire per arrivare a Faeto. Ha parlato della “mattanza automobilistica” che si vive proseguendo per Castelluccio Valmaggiore tra strade crivellate e devastate da crateri, frane, strettoie e detriti. Della rassegnazione degli abitanti che hanno imparato a convivere con questa situazione “inaccettabile in qualsiasi nazione minimamente civilizzata”.
Tra una buca e l’altra, ha comunque intravisto le potenzialità e le contraddizioni di questo pezzo di terra a metà tra la Puglia e la Campania. La particolarità delle minoranze linguistiche di Greci (arbëreshë) e di Faeto e Celle (francoprovenzale). Le cattedrali nel deserto degli anni ottanta quanto “i sindaci promettevano il rilancio” e “si costruiva tanto e spesso a casaccio fino a vaneggiare impianti monumentali con neve artificiale e faraoniche piste da sci”.
Ha compreso che Vendola in due mandati a fatto poco. Ed ha anche raccolto l’impegno del neo-governatore Emiliano che gli ha confessato che “le chiacchiere stanno a zero” e che ha “ricevuto in sorte una serie di dimenticanze imbarazzanti” tanto da farlo concludere con un impegno eloquente: “Ce la metterò tutta, prometto”.
Ha notato i manifesti del festival di Orsarsa, dello spettacolo di Katia Ricciarelli a Faeto, del concerto di Anna Tatangelo a Biccari e i pochi altri scampoli di attenzione che i Monti Dauni riescono a ritagliarsi “in attesa che qualcuno provi a volergli anche solo un po’ di bene”. E delle strade.
Ed allora, mentre si intensificano i nostri incontri a Bari per la nuova strategia delle Aree Interne, mentre si allunga la lista dei progetti e delle speranze, dei documenti e delle delibere, forse vale la pena di ricordare che, come ha detto Andrea Scanzi passando di qua, questa Terra ha bisogno prima di tutto e soprattutto di più gente possibile disposta a volergli bene. Ne conosco diversa, per fortuna.