Come disse Luigi Lucchi, Sindaco di Berceto e pioniere delle battaglie a favore dei Piccoli Comuni, “In questo paese per tentare di rompere il muro di silenzio sulla situazione dei Comuni e dei Sindaci serve fare il pagliaccio come se la forza delle cose e dei numeri non fosse sufficiente ad ottenere giustizia“ (http://www.ilfossodihelm.com/sindaci-che-resistono-parte-1/).
Deve aver pensato la stessa cosa Antonio Bigotti, Primo Cittadino di Savignone, 3mila e 200 abitanti a ridosso di Genova.
Anche lui, con un cappello ai piedi, si è seduto davanti alle porte del Municipio per inscenare una protesta estrema: quella del Sindaco – mendicante. Del resto come altro può sentirsi un Primo Cittadino che, nonostante le tante tasse pagate dai propri concittadini, non ha i soldi per riparare le buche?
Lo dice chiaramente Bigotti. Occorre lanciare un messaggio al Governo ed all’ANCI per evitare che il perfido meccanismo del fondo di solidarietà continui a succhiare soldi ai Piccoli Comuni per tappare i buchi dei grandi. “Lo Stato è un Robin Hood al contrario” è l’efficace immagine scelta dal Primo Cittadino, che poi ha così argomentato: “ci portano via il 42% della nostra Imu (a Biccari il 38virgola, ndr) così noi tartassiamo i cittadini e questi soldi finiscono nel fondo di solidarietà comunale, che di fatto aiuta solo i grossi Comuni. E quindi questi fondi coprono i “buchi” di Alessandria, Torino e anche Genova”.
“Non posso pensare – ha aggiunto – di non aver denaro per riempire le buche nelle strade o pagare la mensa degli studenti per vedere i miei soldi finire a Genova o a Torino, a finanziare qualche festival del Cinema. Per questo ho deciso di andare in piazza a chiedere l’elemosina”.
Ed allora non resta che il gesto eclatante. Chiedere l’elemosina per salvare il proprio Comune affamato dallo Stato e dissanguato dal Governo. Nella speranza che qualcuno raccolga finalmente il grido di dolore di intere comunità.