Leggi quel che accade a Nocara, in Provincia di Cosenza, e ti sembra di essere in Capitanata. Anche lì, infatti, chiudono ospedali, tribunali, uffici del giudice di pace, uffici postali e tanto altro. Anche lì, i Comuni, sfregiati dai continui tagli governativi, sono allo stremo.
A denunciarlo, qualche giorno fa, è stato Francesco Trebisacce, Sindaco di del piccolo paese in Provincia di Cosenza che, in una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, ha confessato tutta la sua rabbia per un territorio (il suo, come il nostro) che si sta progressivamente desertificando.
“Gli ultimi tagli – ammonisce il Primo cittadino – impediscono l’erogazione dei servizi e mettono addirittura in discussione il pagamento delle utenze e degli stipendi dei dipendenti”. Nella lettera, Trebisacce (rieletto dai suoi concittadini con il 66% dei voti) non nasconde la sua incredulità per il fatto che “a mettere in discussione l’autonomia e la vita dei comuni, sia un ex Sindaco da cui legittimamente ci si aspetterebbe un sostegno maggiore”.
“Eppure – continua la lettera – chi conosce la vita dei Comuni sa che le comunità si reggono, si mantengono e si identificano intorno al proprio comune, quando sparisce il comune sparisce l’intera comunità che intorno ad esso vive. Chi conosce il paese Italia dovrebbe sapere che il nostro territorio non può in nessun modo permettersi la desertificazione, salvo poi subire sciagure ampiamente annunciate, sulle quali poi siamo tutti pronti alle solite e puntuali lacrime di coccodrillo. Un sana e lucida azione politica diretta agli enti locali, dovrebbe portare ad incentivare i Comuni, soprattutto quelle appartenenti alle aree interne, non fosse altro per permettere la cura del proprio territorio dal punto di vista idrogeologico”.
Usa parole di saggezza, il Sindaco di Nocara. Parole che potrebbero essere sottoscritte all’istante da ogni amministratore di un Piccolo Comune. Parole che rasentano l’avvilimento per le mortificazioni che migliaia di Sindaci sono costretti a subire ogni giorno a causa dell’atteggiamento ostile del Governo. Parole che se ripetute da tanti potrebbero arrivare anche alle orecchie di oggi non le vuole sentire.