La Legge regionale 20 agosto 2012, n. 24 ha istituito gli ARO Rifiuti. I cosiddetti ambiti ottimali, cioè, per la gestione unitaria del servizio rifiuti. La teoria, come sempre, è piena di buoni propositi. L’art. 1, ad esempio, precisa che la Regione Puglia promuove “la salvaguardia dei diritti degli utenti e l’uso efficiente delle risorse”. Ed ancora, che “I servizi sono organizzati ed erogati all’interno di Ambiti territoriali ottimali (ATO) al fine di consentire economie di scala e di differenziazione idonee a massimizzare l’efficienza del servizio”.
La pratica, però, è un’altra cosa. Primo, perché gli ambiti sono tutt’altro che “ottimali”, costringendo Comuni molto differenti e con esigenze inconciliabili tra loro a stare insieme (il nostro ARO, il FG7, va dai 40mila abitanti di Lucera ai 170 di Celle). Secondo, perché non si vede l’ombra del benché minimo risparmio. Anzi, per i singoli Comuni giocoforza aderenti all’ARO è già iniziata la conta delle spese da pagare. Soldi per il funzionamento dell’Ufficio di Piano, soldi per il Responsabile Unico del Procedimento e così via. Ed, infine e soprattutto, perché i progetti di gestione unitaria (per tutti i Comuni: unica tipologia di sevizio, unico bando di gara e – badate bene – unico operatore…) prevedono, in molti casi, un aumento della spesa. Per noi, a Biccari, anche del 100%.
La stessa legge regionale, per inciso, vieta ai Comuni di fare nuovi affidamenti e nuove gare d’appalto, congelando la situazione esistente fino all’arrivo del Gestore Unico. Cosa, peraltro, che non piace affatto all’Autorità Nazionale Anticorruzione che ha censurato senza mezzi termini (deliberazione n. 21/2014) la legge di Vendola sancendo, invece, che i Comuni “devono” fare le gare in caso di inerzia degli ARO. Un bel casino, insomma. Con i Comuni chiamati a scegliere – paradossalmente – se rispettare la legge regionale o i dettami dell’ANAC e, dunque, con il rischio di sbagliare comunque.
A smontare definitivamente la legge regionale, poi, ci ha pensato l’ex Capo dello Stato Giorgio Napolitano che, in accoglimento del ricorso straordinario presentato dal Comune di Martignano, ha condannato la Regione Puglia a rivedere i perimetri degli ARO considerando inammissibile che gli ambiti calati dall’alto dalla Giunta regionale non tengano conto delle Unioni di Comuni e di altre specificità presenti sul territorio.
Per queste ed altre ragioni, da tempo, tantissimi Comuni, con spirito assolutamente costruttivo, stanno chiedendo alla Regione maggior tempo, correttivi alla Legge, modifiche degli ARO, deroghe per i piccoli Comuni ed altri accorgimenti di buon senso.
Noi, ad esempio, avevamo già un progetto di gestione associata del servizio e di potenziamento della raccolta differenziata (con i Comuni della nostra costituenda Unione) approvato dalla Regione ed abbiamo più volte chiesto di poterlo conservare ed utilizzare in sede ARO. Oppure, da ultimo, secondo quando previsto da un’altra legge regionale (quella sulle Unioni dei Comuni), abbiamo formalizzato la proposta di far coincidere il nostro ARO con la nostra Unione, in modo da uniformare la governance del territorio e da immaginare una gestione dei rifiuti su misura per le nostre realtà, senza impelagarsi con le problematiche di grossi centri come Lucera.
Per il momento, però, dalla Regione non sono arrivati segnali incoraggianti e risposte concrete, ma soltanto inviti a procedere, diffide a provvedere, termini perentori da rispettare e, da ultimo, il commissariamento del nostro ARO.
A questo punto, dei bravi amministratori, per evitare il commissariamento dovrebbero obbedire in silenzio ed approvare il progetto di gestione unitaria anche se questa cosa comporta un nuovo salasso per i propri cittadini (come se fossero pochi quelli da subire in tempi di IMU, TASI e compagnia bella…). Ed allora, mi sa che per l’ennesima volta noi non saremo bravi!
Ed anzi, proveremo fino in fondo a tutelare i nostri cittadini. Continuando a pensare che il prezioso obiettivo dell’aumento della raccolta differenziata possa essere raggiunto anche senza il bagno di sangue che si preannuncia con l’ARO. Ed ancora, continuando a pensare che, specie di questi tempi, centralizzare le gare di tanti Comuni, aumentare gli importi a base d’appalto fino a farli diventare milionari, orientare il mercato solo in direzione delle grosse imprese capaci di fare il servizio per 70-80 mila abitanti almeno, ingrandire a dismisura il giro d’affari e via di seguito, più che favorire risparmi ed economie possa essere controproducente e pericoloso. Perché, dovrebbe essere chiaro ormai, che più ti allontani dal cittadino, peggio è. Che “grande” non è sempre sinonimo di risparmio, efficienza del servizio e trasparenza. Anzi. Poi ci capita di vedere un video di Michele Emiliano (qui sotto), il presidente del partito di maggioranza relativa alla Regione (Pd) ed il favorito numero uno alla successione di Vendola come presidente e tutto diventa più chiaro.
Perché se uno tra gli uomini politici più potenti della Puglia ammette che “per chi vuole fare il Presidente del Regione è difficile contrastare gli interessi delle aziende che gestiscono il ciclo dei rifiuti”, che queste aziende “finanziano le campagne elettorali in modo pesante” e che “hanno un peso elettorale molto pesante”, allora è lecito pensare che certe decisioni regionali palesemente svantaggiose per cittadini e Piccoli Comuni siano state prese per ben altre motivazioni.
In un Paese normale, in una situazione normale, un minuto dopo le affermazioni di Emiliano si sarebbe bloccato tutto. Si sarebbe levato un coro unanime di politici, giornalisti, sindacalisti ed associazioni di categoria per esigere spiegazioni su quali sarebbero gli interessi che non si possono contrastare; per chiedere con determinazione chi ha finanziato le campagne elettorali di chi e per quali motivi; per aprire una serissima riflessione sulla direzione verso cui ci stanno portando, sul modello di gestione dei servizi pubblici (e forse anche di società) che viene imposto sempre più di frequente, sui sacrifici che vengono quotidianamente chiesti ai cittadini in nome di interessi (sicuramente) superiori. Ed invece niente di tutto questo. Solo un muro di gomma. Che nella differenziata non so neanche dove va.