La graduatoria dell’ultimo bando sulla rigenerazione urbana (nessun comune dei Monti Dauni finanziato) dimostra ancora una volta che se la Politica vuole davvero aiutare i #piccolicomuni ad avere un #futuro deve avere il coraggio di fare di più e diversamente.
Mettere tutto a bando deresponsabilizza chi governa che, decidendo di non scegliere i beneficiari, innesca competizioni tra territori diversissimi, chiamati a gareggiare (anche molto frettolosamente) senza un’adeguata preparazione e senza neanche la possibilità di poter partire tutti dallo stesso punto.
La logica dei bandi su cui si fonda il #PNRR perciò sta attivando un meccanismo perverso: se per l’ottenimento dei fondi si impostano procedure altamente competitive e concorrenziali, il rischio è di finire con il penalizzare i comuni più piccoli, più fragili, con maggiori difficoltà (economiche e di personale) e, alla fine, di escludere proprio quelli che avrebbero più bisogno delle straordinarie risorse del Piano. Non basta la buona volontà dei tanti #sindaci, amministratori e dipendenti chiamati a provarci sempre. E anche qualche vittoria sporadica, isolata e a volte anche casuale, che di tanto in tanto arriva, servirà a poco e non sarà mai risolutiva in territori complicati e caratterizzati da problematiche profonde.
Prima di continuare a fare spesa “tanto per”, avremmo bisogno di un Piano che veda i luoghi, che li sappia leggere, che possa cogliere criticità e diseguaglianze territoriali per poter intervenire a ragion veduta e dove c’è più bisogno.
Senza la visione ed il coraggio di politiche specifiche ed incisive aumenteranno, in maniera irreversibile, i divari tra #areeinterne e urbane, tra montagna e pianura, tra paesi e città. Non è per questo che stiamo indebitando le generazioni future, vero?