Con l’improvvisa e drammatica emergenza sanitaria legata al Coronavirus tanti italiani sono chiamati a scoprire le potenzialità dello smart working e dell’ e-learning.
Ma non tutti i territori sono pronti. Anche in questa occasione l’Italia si conferma un paese diviso, fratturato e a due velocità. Perciò la domanda è lecita: chi risiede nei piccoli comuni potrà realmente accedere alle lezioni a distanza o lavorare da casa senza subire conseguenze?
Riporto il pensiero del mio amico Candido Paglione, Sindaco di Capracotta e delegato regionale dell’Associazione Borghi Autentici d’Italia per il Molise:
Ripensare le possibili funzioni dei piccoli borghi come laboratori viventi di tradizioni e di accoglienza in grado di offrire servizi analoghi a quelli delle città più smart grazie al digitale e alle tecnologie. Da tempo i sindaci dei piccoli centri montani e delle aree interne italiane ribadiscono la necessità di un piano operativo che rimetta le esigenze dei piccoli Comuni al centro del dibatto nazionale per le infrastrutture tecnologiche. Segnalazioni rimaste spesso inascoltate o vittime dei ritardi del piano per la Banda Ultra Larga che tarda ancora, nonostante gli innumerevoli disagi subiti dalle nostre popolazioni a causa dei cantieri infiniti.
Inizia così la riflessione di Candido Paglione, Sindaco di Capracotta e delegato regionale dell’associazione nazionale dei Borghi Autentici d’Italia, avanzata in un momento particolare.
«Se da un lato si insiste sulla necessità di un’azione forte, in grado di contrastare l’emorragia demografica dei piccoli centri interni e montani – anche grazie alla Strategia Nazionale per le Aree Interne – dall’altro lato la fase attuativa nazionale per la Banda Ultra Larga non sembra aver cambiato passo. Oggi, l’improvvisa emergenza sanitaria – osserva Paglione – che costringerà lavoratori e studenti a rimanere a casa per un periodo non ben definito, riporta in auge un tema interessante per i borghi italiani come lo smart working, argomento utile anche come strumento di contrasto allo spopolamento in un’epoca in cui il lavoro concettuale non obbliga a recarsi quotidianamente sul posto di lavoro, situato magari in una grande città, rendendo vantaggiosa, non solo economicamente, la scelta di una piccola comunità magari anche solo per alcuni periodi dell’anno.
E invece il divario tecnologico – dice ancora Paglione – finisce per indebolire ulteriormente il tessuto sociale dei piccoli Comuni che pagano l’arretratezza infrastrutturale che li condiziona. Se prima qualcuno non sembrava condividere la richiesta di inserire la copertura del segnale di telefonia mobile e di una linea internet veloce tra i servizi indispensabili, oggi le mutate condizioni nazionali amplificano il divario sociale anche in ambito lavorativo, danneggiando ulteriormente chi sceglie di vivere lontano dalle aree urbane avendo scelto la vita in una piccola comunità nonostante l’evidente carenza di servizi fondamentali.
All’apertura ad orari ridotti degli uffici postali e la chiusura di diversi sportelli bancari -come quello di Capracotta – passando per la sospensione temporanea della mobilità collettiva su ferro e la riduzione dei collegamenti su gomma fino alle note difficoltà dei presìdi sanitari, si aggiunge quindi un ulteriore ostacolo, certamente inaspettato, alla vita nei comuni montani e nei borghi più in generale. Un elemento che indebolisce anche ogni azione rivolta ai cosiddetti “ritornanti”, la “generazione perduta” dei nostri trenta-quarantenni alla quale si chiede di intraprendere a ritroso la via che aveva portato i padri e i nonni all’abbandono delle nostre montagne.
L’annuncio di ulteriori misure regionali a sostegno del turismo e dell’imprenditoria molisana è pienamente condivisa dalla delegazione dei Borghi Autentici d’Italia composta da 13 realtà regionali inserite in una rete di oltre 270 Comuni italiani impegnati in un percorso, talvolta complesso, di miglioramento continuo della struttura urbana, dei servizi verso i cittadini, del contesto sociale, ambientale e culturale per portare ad un graduale e costante incremento della qualità di vita della popolazione.
Dobbiamo utilizzare le risorse ambientali e culturali locali oltre che le vocazioni territoriali specifiche perché i nostri borghi diventino luoghi della conoscenza, di studio e di ricerca nonché di elaborazione di idee innovative. Attraverso il modello di sviluppo locale, lo Smart Village – riconosciuto dalla Commissione Europea con uno specifico piano d’azione – si potranno generare nuove economie legate non solo ad un turismo slow, ma alla nascita di nuove location di successo per la ricerca e l’innovazione.
La delegazione molisana dei Borghi Autentici d’Italia – conclude Paglione – condividendo le dichiarazioni del presidente Toma e dell’assessore Cotugno, intende dare il proprio contributo offrendo massimo supporto ad azioni che sopperiscano ai divari infrastrutturali dei nostri territori, lavorando insieme ad azioni correttive e dando il via ad un tavolo operativo che renda i piccoli Comuni molisani precursori in azioni di sistema per il welfare di comunità con l’auspicio che il Molise ed i borghi che lo caratterizzano possano essere antesignani su un tema sensibile come quello del lavoro da remoto».
fonte: www.borghiautenticiditalia.it