Così come accadde l’anno scorso, anche a questo giro di elezioni amministrative in sette Piccoli Comuni italiani non si è candidato nessuno (https://melascrivo.it/da-ussita-a-faeto-il-perche-dei-paesi-senza-sindaci/). Non si voterà.
Mentre tutti vogliono andare al Governo (politici, tecnici, leader vecchi e nuovi), è sempre più difficile trovare gente disponibile a fare il Sindaco sui territori più difficili. Il commento del presidente dell’ANCI Antonio Decaro è lapidario: “succede al Sud ma anche al Nord, soprattutto nei centri più piccoli, in cui i sindaci sono più esposti e meno tutelati, un problema esiste ed è il caso che tutte le istituzioni se ne prendano carico”.
Ma la politica, da questo orecchio, non ci sente proprio.
“In alcuni Comuni a spaventare sono le minacce della criminalità organizzata – rileva ancora Decaro dal sito dell’ANCI – in altri le pressioni sono di natura diversa. In tutti i casi fare il sindaco è un mestiere difficile che costringe a scontrarsi con ostacoli burocratici che rallentano e complicano ulteriormente l’azione amministrativa, a tutto danno dei cittadini; a far conto con poche risorse e molti obblighi, con una miriade di scelte scomode, impopolari e a volte rischiose, come dimostra l’alto numero di amministratori minacciati”.
Non vorrei sbagliarmi, ma forse la distanza tra il paese reale si può misurare anche da queste cose. Dalle diverse condizioni ed attenzioni di chi fa politica nei territori e chi nei salotti televisivi (spesso sparando cavolate) tra un tronista ed un grande fratello.
Dalla realtà al reality il passo è breve. Ma la distanza diventa sempre più incolmabile. Di questi tempi non sarà il più grande, ma di certo è un problema serio.
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