Ripropongo un pezzo del giornalista Giorgio Ventricelli pubblicato su L’Attacco del 16.03.2018. Si torna a parlare di energia sui Monti Dauni e, come sempre, dico la mia senza problemi.
“Il tema dei temi è: perché questo territorio che nell’ambito della produzione energetica nazionale svolge un ruolo di primo piano non ha, però, alcuna forma di beneficio economico?”. L’attenta e reale riflessione sulla reale condizione in cui versa la politica energetica di Capitanata è del sindaco di Biccari, Gianfilippo Mignogna. “Dobbiamo riequilibrare questa situazione, non è possibile che un territorio come il nostro dove si produce energia da vento, sole e idrocarburi non possa disporre adeguatamente della ricchezza prodotta – afferma con veemenza Gianfilippo Mignogna, che continua – siamo una delle zone più produttive di Italia e, al tempo stesso, tra le più povere. C’è qualcosa che non va e le cause sono da ricercare nel vuoto normativo nazionale”. Il sindaco di Biccari centra probabilmente il cuore del problema. “Le aziende che producono energie rinnovabili hanno ricavi per milioni di euro, ma nonostante ciò, ad oggi non sono più previste royalty da lasciare al territorio – rivela il primo cittadino biccarese, che continua – tempo fa, abbiamo chiesto all’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani, ndr) di portare in Parlamento un emendamento che portasse al centro dell’agenda politica la questione dei comuni e delle royalty, istanza che non è stata ammessa in discussione: c’è un totale disinteressamento dell’argomento”. Senza una normativa nazionale che vada a disciplinare il settore, i comuni possono poco o nulla. Anche nella comunicazione della Valutazione di Impatto Ambientale di competenza del Ministero dell’Ambiente, spesso le amministrazioni sono escluse dalla convocazione delle conferenze di servizi. “I Comuni non hanno potere di veto sulla VIA – dice Gianfilippo Mignogna, che rivela una situazione paradossale – al massimo possiamo fare delle osservazioni che, comunque, non hanno il potere di bloccare la realizzazione di un impianto, sono pareri di natura urbanistica che per lo più restano inascoltati: il Ministero dell’Ambiente decide, i Comuni e cittadini subiscono le sue scelte”. Per i piccoli comuni, di cui il sindaco di Biccari è sempre stato grande fautore e promotore di importanti iniziative, Gianfilippo Mignogna auspica più attenzione da parte della politica romana. “Tutta la ricchezza che produciamo viene portata altrove e i nostri paesi si spopolano, bisogna valutare nuove strategie per il rilancio delle aree interne, attraverso un’attenta politica che vada a incentivare le economie locali e non tenga fuori dal dibattito i cittadini – afferma Gianfilippo Mignogna, che in merito a questo nuovo interesse delle aziende di produzione di energie rinnovabili per la Capitanata ha un suo punto di vista – la nostra provincia è tra le zone più ventose d’Italia, le zone interne, quelle dei Monti Dauni, sono seconde solo alla Basilicata per quanto riguarda la ricerca e l’estrazione di idrocarburi: senza un’adeguata normativa che obblighi le aziende a dare il giusto corrispettivo alle comunità locali, la nostra terra diventa appetibile in quanto non difendibile”.