Da qui, dal margine di tutto, butto giù qualche idea per i piccoli comuni e i Monti Dauni (esposte sinteticamente e non in ordine di importanza).
Sarebbe bello se, in vista delle prossime elezioni, i vari candidati presidenti e consiglieri volessero approfondire, valutare, elaborare e magari condividere queste proposte.
- PICCOLI COMUNI “DENTRO” LA REGIONE: un assessore delle e alle aree interne; una legge regionale specifica sui piccoli comuni (come avvenuto in altre regioni); il rafforzamento della sperimentazione delle Aree Interne con la previsione di un coordinamento permanente con tutti i comuni capofila per la condivisione di politiche, azioni e finanziamenti per i territori fragili; un unico grande piano anti-spopolamento che possa racchiudere in una logica d’insieme tutti gli interventi necessari;
- QUESTIONE ENERGETICA: i Monti Dauni possono essere protagonisti del Green New Deal. Sono la parte energeticamente più produttiva della Puglia e, al tempo stesso, anche la più povera. È un paradosso inaccettabile che va risolto. Tutte le royalties provenienti dagli idrocarburi devono essere destinate ai territori interessati e trivellati (non ad altri); eolico e fotovoltaico devono rappresentare un’opportunità per il Paese e le imprese, ma anche una risorsa per comuni e cittadini, magari attraverso il sostegno e finanziamento delle Comunità Energetiche locali (finora la legge regionale è rimasta sostanzialmente sulla carta);
- PARCO REGIONALE DEI MONTI DAUNI: è ormai condizione essenziale per tutelare, promuovere e governare il nostro territorio. Non è pensabile che una delle zone della Puglia con più boschi, acqua, biodiversità, peraltro in gran parte già riconosciuta Sito di Importanza Comunitaria, non debba avere il riconoscimento di “area parco” con tutte le conseguenze positive in materia ambientale, economica e turistica.
- PAGAMENTI ECOSISTEMICI: se un piccolo comune “custodisce” un bosco, un versante montuoso, una sorgente d’acqua o un torrente svolge un ruolo importante anche per la pianura e la città. Questo lavoro tanto importante quanto oscuro deve essere riconosciuto e compensato attraverso il sistema dei pagamenti ecosistemici. Non è soltanto una questione di risorse economiche, ma anche e soprattutto di dignità: serve a dare “valore” alle risorse comuni, alla presenza sui luoghi, alla solidarietà tra i territori;
- SCUOLA DI MONTAGNA: nel dimensionamento scolastico sperimentare forme alternative per mantenere presidi ed autonomia anche nei territori montani; sostenere ed incoraggiare le innovazioni didattiche legate anche alle specificità del territorio; aumentare i contributi sul diritto allo studio ed evitare che i servizi scolastici (mensa e trasporto alunni delle contrade rurali) ricada quasi del tutto sulle fragili spalle dei piccoli comuni o dei cittadini;
- ZONE ECONOMICHE RURALI: non si può vivere nei piccoli comuni senza la possibilità di lavorarci; le politiche regionali (e non solo) devono pensare alla specificità di chi lavora ed opera in contesti marginali e deboli dal punto di vista socioeconomico; le attività commerciali, i piccoli negozi, gli artigiani, le aziende agricole e i contadini, i professionisti e tutti quelli che decidono di resistere in zone a rischio fallimento di mercato devono essere aiutati e sostenuti. Magari con l’istituzione delle Zone Economiche Rurali e con la previsione di incentivi e sgravi per chi resta.
- COOPERATIVE DI COMUNITA’: la vigente legge regionale va sostenuta, migliorata e finanziata costantemente. Tra tutte le risorse preziose ma dormienti dei piccoli comuni, la più importante è quella del capitale umano. Le comunità vanno rigenerate, allenate, messe al centro di tutte le politiche di sviluppo locale. Anche con lo strumento delle cooperative di comunità a cui vanno riconosciute risorse, compiti e funzioni crescenti.
- PIANO SULLE SECONDE CASE: una seconda casa in un piccolo comune non può essere considerato un lusso e un sinonimo di ricchezza da tassare il più possibile; molto spesso è un onere da tanti punti di vista. Un grande piano sulle seconde case nei piccoli comuni potrebbe contribuire alla lotta al consumo del suolo e liberare risorse impensabili per il potenziale abitativo, la creazione di lavoro in loco e di opportunità per nuove residenze. Se non vengono abbandonati a loro stessi, gli immobili possono muovere energie.
- SERVIZI SANITARI E VOCAZIONE SOCIALE: i piccoli comuni possono essere i luoghi dell’accoglienza, della qualità della vita, della Silver Economy per gli anziani. Questa loro vocazione deve essere esaltata e valorizzata anche in chiave occupazionale con il sostegno diretto a nuove strutture, il rafforzamento dei servizi ambulatoriali e della rete emergenza – urgenza, la sperimentazione di azioni mirate come l’istituzione dell’infermiere di comunità.
- TURISMO: i Monti Dauni possono arricchire ed allungare l’offerta turistica pugliese; ma la Regione deve crederci con politiche continuative e specifiche (non basta finanziare qualche cosuccia ogni tanto e mettere in competizione i territori con l’inevitabile soccombenza dei più deboli). Tutti i trend in tema di turismo ambientale, sostenibile, esperienzale, enogastronomico, lento, rurale, delle radici, possono essere intercettati grazie alle enormi potenzialità dei borghi. Bisogna lavorarci seriamente ed investire sulla narrazione, la promozione, le infrastrutture, i servizi, gli eventi, la cultura. Non può essere lasciato tutto alla voglia di fare di pochi volontari di paese.
ps: scrivo senza la pretesa di avere ricette e soluzioni, ma solo con la speranza di aprire confronti e riflessioni, anche critiche, passioni, suggestioni e reazioni. Purché si parli (anche) del nostro territorio. Che la politica non può essere solo tatticismi, propaganda e clientele.
(La bellissima foto è un regalo di Carmela D’Imperio).
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